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Rischi idrogeologici
29.01.2025 - 18:37
Torrente Vanoi
La Provincia di Belluno si oppone fermamente alla costruzione di nuove dighe sul fiume Vanoi, sostenendo che l'Europa ha già stabilito una chiara direzione per la tutela dell’ambiente. «La nostra posizione rimane ferma», afferma il presidente della Provincia, Roberto Padrin. «Non è solo una questione di sicurezza, ma anche di rispetto per gli ecosistemi naturali». Le parole di Padrin si riferiscono alla Nature Restoration Law, la normativa comunitaria approvata nel giugno del 2024 che stabilisce obiettivi ambiziosi per il ripristino degli habitat naturali in Europa.
La legge europea prevede il ripristino di almeno il 20% degli habitat degradati entro il 2030, con l’ambizione di raggiungere il 90% entro il 2050. Per quanto riguarda i fiumi, uno degli obiettivi più significativi è il ripristino di almeno 25.000 km di corsi d'acqua a scorrimento libero entro il 2030, il che implica l’eliminazione delle numerose barriere idrauliche obsolete ancora presenti. Un concetto che il presidente della Provincia ribadisce con forza: «Sarebbe assurdo costruire una diga nuova quando l’Europa ci chiede di rimuovere quelle esistenti».
Un elemento chiave della Nature Restoration Law riguarda la rimozione di barriere longitudinali e laterali, come argini e dighe, per consentire la libera dinamica dei fiumi. «La legge indica chiaramente come procedere: bisogna dare maggiore spazio alle dinamiche naturali dei corsi d'acqua, rimuovendo gli ostacoli che ne compromettono il flusso», aggiunge Massimo Bortoluzzi, consigliere provinciale delegato al demanio idrico. Inoltre, la normativa invita a rinaturalizzare gli alvei fluviali, rimuovendo gli elementi artificiali che ne alterano il corso naturale.
«Se i progetti per una nuova diga proseguiranno, si rischierà di sprecare risorse per un’infrastruttura che non è più in linea con gli obiettivi europei», avverte Bortoluzzi. La Provincia, infatti, ha già presentato diverse alternative, sia in occasione delle osservazioni ufficiali, che durante il dibattito pubblico tenuto a Canal San Bovo e Cittadella, e in numerosi incontri in videoconferenza.
Ora la palla passa al Consorzio Brenta, che dovrà prendere in considerazione queste proposte e adeguarsi alle nuove direttive europee per evitare un impatto negativo sull’ambiente e sull’equilibrio ecologico del territorio.
La posizione della Provincia, dunque, si rafforza ulteriormente alla luce delle recenti normative europee, segnando una netta opposizione alla costruzione di nuove dighe sul Vanoi e ribadendo la necessità di rispettare le leggi in favore del ripristino degli habitat naturali.
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