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02.02.2025 - 08:35
A Vicenza, all'interno del carcere San Pio X, si sta scrivendo una nuova pagina di reinserimento sociale. Un laboratorio di cucina, inaugurato ufficialmente di recente, produce fino a 8.000 polpette al giorno, offrendo ai detenuti una concreta opportunità di lavoro. Questo progetto, nato dalla collaborazione tra la gastronomia padovana Marcolin e l'istituto penitenziario, rappresenta un esempio virtuoso di come il lavoro possa diventare uno strumento di riscatto e integrazione.
Il racconto della storia di questo laboratorio inizia due anni fa, quando Stefano Marcolin, insieme ai fratelli Andrea e Anna, aveva deciso di espandere la produzione di polpette, un prodotto sempre più richiesto. Stefano spiegava che avevano bisogno di un nuovo spazio e che l'idea di un laboratorio in carcere era nata quasi per caso, durante una cena. La sfida, raccontava, era duplice: adattare gli spazi alle esigenze produttive e formare il personale. Tuttavia, la determinazione della famiglia Marcolin aveva portato al successo di questa iniziativa, che al momento impiegava quattro detenuti, con l'obiettivo di arrivare a dieci.
Il laboratorio si estende su 300 metri quadri, ricavati da un'ala in disuso del carcere. È suddiviso in diverse aree: stoccaggio delle materie prime, preparazione e pulizia delle verdure, cucina, abbattimento, confezionamento e stoccaggio delle merci. L'investimento in apparecchiature moderne, del valore di circa 400 mila euro, ha permesso di ottenere la certificazione CE, consentendo la vendita delle polpette in tutta l'Unione Europea.
L'inaugurazione ufficiale del laboratorio ha visto la partecipazione di numerose autorità, tra cui il comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe Moscati, il prefetto Filippo Romano e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari. Quest'ultimo ha sottolineato l'importanza di progetti come questo, che offrono ai detenuti la possibilità di uscire dal circuito criminale attraverso la formazione e il lavoro.
La direttrice del carcere, Luciana Traetta, ha espresso grande soddisfazione per il risultato ottenuto. La sua visione è quella di un carcere che non è solo un luogo di detenzione, ma anche di crescita e partecipazione alla vita della comunità.
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