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02.02.2025 - 16:47
Il Veneto, in questi primi giorni di febbraio, si è svegliato sotto una coltre di neve che ha trasformato il paesaggio in un vero e proprio scenario da cartolina. Tra venerdì 31 gennaio e sabato 1° febbraio, una perturbazione nevosa ha portato accumuli significativi, specialmente sulle Dolomiti e nella provincia di Belluno. Le nevicate, iniziate venerdì sera, hanno continuato fino a sabato mattina, regalando uno spettacolo naturale che ha raggiunto i 30 centimetri in alcune località.
Cortina d'Ampezzo è stata avvolta in un abbraccio bianco. I tetti e i prati sono stati ricoperti da uno strato di neve fresca, mentre le Tofane, il Faloria e Arabba hanno registrato accumuli tra i 20 e i 30 centimetri. Queste località, già rinomate per il turismo invernale, si sono trasformate in un paradiso per gli amanti della neve, attirando sciatori e turisti desiderosi di godere di questo spettacolo naturale. Anche l'Altopiano di Asiago e il Monte Baldo nel Veronese non sono stati risparmiati. Le nevicate hanno imbiancato le cime, creando un'atmosfera fiabesca che sembra uscita da un racconto invernale. La bellezza della neve, tuttavia, porta con sé anche delle sfide.
Mentre la neve rappresenta un'opportunità per il turismo invernale, essa pone anche delle sfide logistiche per le comunità locali. Gli impianti sciistici del Verena di Roana e delle Melette di Gallio hanno visto accumuli fino a 15 centimetri di neve fresca. Questo rappresenta un'opportunità per attrarre turisti, ma anche una sfida in termini di gestione delle infrastrutture e della sicurezza. La neve a bassa quota è stata presto sostituita dalla pioggia, complicando ulteriormente la situazione. Le precipitazioni miste possono creare problemi di viabilità e aumentare il rischio di incidenti, richiedendo un'attenta gestione da parte delle autorità locali.
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