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05.02.2025 - 08:53
Negli ultimi giorni, sono stati scoperti due nuovi focolai di influenza aviaria nel Veronese, precisamente a Sona, in un allevamento di tacchini da carne, e a Isola della Scala, dove si trovano galline ovaiole. Questi casi portano il totale a 55 focolai da ottobre, con il Veneto che sta rapidamente aumentando il numero di contagi rispetto alla Lombardia.
"Questi nuovi focolai ci indicano che l'infezione, purtroppo, si sta spostando verso Est", ha dichiarato Diego Zoccante, presidente degli avicoltori di Confagricoltura Verona. "Ciò ci preoccupa, perché, oltre a non fermarsi, il virus potrebbe diffondersi ulteriormente nonostante le misure di biosicurezza adottate. La presenza di uccelli selvatici, che in questo periodo è molto alta, facilita la propagazione della malattia negli allevamenti."
La buona notizia, tuttavia, arriva da Roma, dove recentemente si è svolto un incontro con il Ministero. Durante l’incontro è emersa un'apertura nei confronti del vaccino, inizialmente destinato alle galline ovaiole e, successivamente, anche ai tacchini. "Non è l’unica arma che dovremo utilizzare per difenderci", ha aggiunto Zoccante, "ma sarà un passo in avanti per cercare di uscire da questa situazione, che ogni autunno mette in crisi il nostro lavoro e causa enormi danni alle aziende agricole."
Dal mese di ottobre 2024, in Veneto sono stati registrati 25 casi di influenza aviaria, distribuiti tra le province di Verona (15), Treviso (7) e Venezia (3), secondo i dati forniti dall'Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Inoltre, 37 uccelli selvatici sono risultati positivi al virus H5N1, con casi riscontrati in diverse province tra cui Venezia, Verona, Padova e Rovigo. Tra gli uccelli infetti vi sono alzavole, gabbiani, oche, anatre selvatiche, germani reali, barbagianni, aironi, picchi, cormorani e falchi.
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