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La crisi tedesca: un danno maggiore per l'export italiano rispetto ai dazi

Il rallentamento delle esportazioni verso la Germania e l'aumento dei costi energetici mettono a rischio il sistema produttivo italiano, con una perdita superiore ai 5 miliardi di euro

La crisi tedesca: un danno maggiore per l'export italiano rispetto ai dazi

La crisi economica che ha colpito la Germania negli ultimi due anni ha avuto un impatto devastante sull'export italiano, con una perdita complessiva di 5,8 miliardi di euro. Nel 2023, le esportazioni verso il mercato tedesco sono diminuite di 2,7 miliardi, mentre nei primi dieci mesi del 2024 la contrazione ha raggiunto i 3,1 miliardi di euro.

Nonostante le preoccupazioni diffuse per le potenziali conseguenze dei dazi imposti dall'amministrazione Trump, l'impatto della crisi tedesca si è rivelato ben più grave. La riduzione delle vendite in Germania è infatti significativamente più alta rispetto a quella registrata verso gli Stati Uniti, un mercato che continua a essere il secondo più importante per le esportazioni italiane, dopo la Germania.

Molti temono che l'introduzione di dazi al 10% sui prodotti europei, come previsto da alcune politiche degli Stati Uniti, possa danneggiare gravemente le esportazioni italiane, riducendo il valore delle esportazioni di circa 3,5 miliardi di euro. Tuttavia, i settori più penalizzati sarebbero principalmente quelli con una maggiore penetrazione nel mercato americano, come i medicinali, gli autoveicoli e le navi.

Le regioni italiane più coinvolte nell'export verso gli Stati Uniti sono la Lombardia, l'Emilia Romagna e la Toscana, che insieme rappresentano quasi il 70% delle esportazioni nazionali verso il paese a stelle e strisce. Il Lazio e la Campania, pur occupando posizioni più basse, continuano a registrare importanti volumi di esportazione, soprattutto nel settore automobilistico e alimentare.

Oltre alla crisi tedesca e ai timori legati ai dazi, l'aumento dei costi energetici preoccupa le imprese italiane, con un possibile aumento di 13,7 miliardi di euro nel 2025 per le bollette aziendali, rispetto al 2024. Le stime indicano che la spesa totale per energia elettrica e gas potrebbe toccare gli 85,2 miliardi di euro, con un impatto particolarmente grave per le imprese del Nord Italia, che si troveranno a coprire la quota più alta degli aumenti.

In un panorama già segnato da incertezze economiche globali, le difficoltà derivanti dalla crisi tedesca e dal rialzo dei costi energetici si aggiungono a quelle legate alle possibili politiche commerciali degli Stati Uniti, creando una situazione preoccupante per il sistema produttivo italiano. Le previsioni non sono rosee e le imprese italiane potrebbero affrontare un anno particolarmente difficile, a meno di un cambiamento radicale nelle politiche internazionali ed energetiche.

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