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Infortuni sul lavoro a Venezia: un allarme che non può essere ignorato




La carenza di ispettori e le sfide della sicurezza sul lavoro in Veneto

Incidenti sul lavoro

Un'immagine simbolica degli incidenti sul lavoro

In provincia di Venezia, il dramma degli infortuni sul lavoro continua a crescere, con un aumento che non può passare inosservato. Secondo i dati INAIL, nel 2024 si sono registrati 12.011 incidenti, rispetto agli 11.700 dell'anno precedente. Un incremento che mette in luce una realtà preoccupante, soprattutto per i lavoratori più giovani e quelli stranieri.

Il rapporto della CGIL di Venezia evidenzia come i lavoratori under 18 e gli extracomunitari siano particolarmente vulnerabili. Tra i giovanissimi, l'aumento degli infortuni è stato del 26,6%, passando da 1.222 casi nel 2023 a 1.548 nel 2024. Questi numeri escludono gli incidenti avvenuti nelle scuole, coperti automaticamente dall'INAIL. La maggior parte degli infortuni tra i minorenni si verifica nel settore terziario, con 47 casi, seguiti da 97 incidenti non specificati, 18 in altre attività, 5 nell'artigianato e 4 nell'industria. La logistica e il magazzinaggio sono i settori dove i giovani trovano più spesso impiego, spesso attraverso programmi di alternanza scuola-lavoro o abbandonando prematuramente gli studi per entrare nel mondo del lavoro. Per i lavoratori stranieri, la situazione non è meno critica. Nel 2024, il numero di infortuni tra gli extracomunitari è aumentato dell'8,28%, con 933 incidenti nel terziario e 916 nell'industria. I settori più a rischio includono l'edilizia e la logistica, con un numero significativo di incidenti tra i cittadini del Bangladesh, Romania, Moldavia, Marocco e Albania. La CGIL sottolinea come il tasso di infortuni tra i lavoratori extracomunitari sia del 3,8%, rispetto al 2,5% dei comunitari, evidenziando una disparità che richiede attenzione.

Daniele Giordano e Monica Zambon della CGIL di Venezia hanno lanciato un grido d'allarme, affermando che il profitto non deve prevalere sulle vite. La loro critica era rivolta al piano strategico per la tutela della salute e sicurezza della Regione Veneto, che è stato definito un "fallimento totale". Hanno sottolineato che la mancanza di risorse e di un disegno politico che metta al centro la vita dei lavoratori rappresenta un problema che non può più essere ignorato. Secondo loro, la sicurezza sul lavoro non dovrebbe essere vista come un costo inutile o una formalità burocratica, ma come un investimento essenziale per il benessere dei lavoratori e la sostenibilità delle imprese.

Un altro nodo cruciale è la carenza di ispettori SPISAL, i tecnici responsabili della sicurezza sul lavoro nel territorio veneziano. Le due ULSS della provincia soffrono di una grave mancanza di personale, aggravata da una continua fuga di tecnici. Questa situazione compromette la capacità di monitorare efficacemente le condizioni di lavoro e di prevenire gli infortuni. Giordano e Zambon sottolineano l'importanza di un intervento deciso da parte della Regione Veneto per invertire la rotta e garantire un futuro più sicuro per tutti i lavoratori.

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