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Emergenza nutrie nella Bassa Padovana: grossi rischi per l'agricoltura

Cia Padova denuncia i danni provocati dalla crescente popolazione di nutrie e chiede interventi urgenti

Emergenza nutrie nella Bassa Padovana: grossi rischi per l'agricoltura

Negli ultimi giorni, si è sollevato un nuovo allarme nella Bassa Padovana riguardo all'invasione delle nutrie. Gli agricoltori e i Consorzi di Bonifica locali hanno denunciato il crescente rischio di danni alle infrastrutture e alle coltivazioni. Le nutrie, infatti, scavando tunnel negli argini dei canali, comprometterebbero la stabilità delle sponde, che col tempo cedono, provocando danni alle aree agricole.

Anche se non esistono dati ufficiali, si stima che la popolazione di nutrie nella zona sia di almeno 200.000 esemplari. La loro proliferazione sarebbe costante e fuori controllo, con gravi ripercussioni sugli equilibri idrogeologici e sulle attività agricole. La situazione sarebbe ulteriormente aggravata dai lavori di manutenzione delle arginature, che ora richiederebbero interventi frequenti a causa dei danni causati dalle tane degli animali. La Cia Padova ha spiegato che i Consorzi di Bonifica sono costretti a lavorare in regime di emergenza.

Si prevede che il problema peggiori nei prossimi mesi, quando la semina di colture come il mais e la soia avverrà, e le nutrie sarebbero particolarmente attratte da queste piante giovani. Il presidente della zona Cia Este-Montagnana, Emilio Cappellari, ha sottolineato che gli agricoltori stanno già affrontando danni ingenti.

Nel frattempo, la Regione Veneto ha deciso di destinare 500.000 euro all’anno per l’eradicazione della specie. Questo fondo, previsto dal bilancio 2025-2027, rappresenterebbe un passo verso la gestione della questione. Tuttavia, il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato, ha sollecitato un uso efficiente delle risorse. Secondo Trivellato, i soggetti coinvolti dovrebbero collaborare per ridurre e, auspicabilmente, eliminare la presenza delle nutrie.

Inoltre, la Cia Padova ha richiesto la revisione della legge 157 del 1992, che regola la protezione della fauna selvatica, poiché ritenuta ormai obsoleta. Secondo Trivellato, la gestione della fauna dovrebbe passare dal concetto di protezione a quello di gestione sostenibile, per garantire un equilibrio tra la tutela ambientale e la sicurezza agricola.

Il presidente ha concluso facendo un appello alle istituzioni affinché sostengano concretamente il settore agricolo, ormai in gravi difficoltà, sottolineando che le nutrie, insieme ai cinghiali sui Colli, danneggiano i raccolti, mettendo a rischio la redditività degli agricoltori.

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