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Cultura
15.03.2025 - 04:41
Nel cuore di Este, l’ex convento di Santa Maria delle Consolazioni ha rappresentato per secoli un luogo di cura e assistenza ed oggi si scopre che le mura di quello che fu dal 1948 al 2014 un polo sanitario di primaria importanza, celava un vero e proprio tesoro culturale. Quasi novecento volumi antichi, rimasti per anni nascosti e dimenticati, ritrovano nuova vita grazie all’impegno di una professionista del settore e alla collaborazione delle istituzioni. Questi libri, che spaziano dalla medicina alla chirurgia, dalla farmacologia alla botanica, dalla chimica alla veterinaria, testimoniano la lunga tradizione di studi e ricerche che hanno caratterizzato la storia della sanità locale. Tra gli autori figurano nomi illustri come Giovanni Battista Morgagni, Marcello Malpighi, William Cullen e Bernardino Ramazzini, protagonisti della cultura scientifica europea tra il Cinquecento e l’Ottocento. L’Usl 6 Euganea, proprietaria di questo patrimonio librario, ha deciso di affidarlo in comodato d’uso al Gabinetto di Lettura di Este, una delle istituzioni culturali più antiche della città. Il fondo conta cinque volumi risalenti al XVI secolo, ventotto del XVII, trecentoquarantadue del XVIII e oltre cinquecento del XIX. Un corpus che ora entra a far parte di una biblioteca prestigiosa, garantendo la conservazione e la fruizione di queste opere da parte della comunità e degli studiosi. Il ritrovamento di questo patrimonio è stato possibile grazie al lavoro meticoloso dell’archivista Maria Cristina Zanardi. Dopo la chiusura dell’ospedale di Este, i libri furono spostati più volte, fino ad approdare nel 2013 al nuovo polo sanitario di Monselice. Depositate in scatole di cartone prive di indicazioni precise, le opere rischiavano di andare perdute nel caos di un trasloco che non prevedeva una loro ricollocazione adeguata. Solo nel 2017, grazie a un intervento di catalogazione e analisi, si è riusciti a ricostruire l’entità del fondo, riconoscendone il valore e avviando le procedure per la sua tutela. Tra i testi più antichi spiccano cinque cinquecentine, stampate tra il 1557 e il 1589, tra cui un prezioso volume di Pietro Andrea Mattioli, celebre per le sue straordinarie illustrazioni botaniche. Alcuni libri recano dediche manoscritte, testimoniando il legame diretto con gli studiosi e i medici del tempo. Tra gli stampatori figurano nomi legati alla tradizione tipografica padovana, ulteriore conferma della centralità della città nel panorama culturale dell’epoca. Ora, grazie alla concessione al Gabinetto di Lettura, questa biblioteca perduta può finalmente tornare a essere patrimonio della collettività. La nuova collocazione garantirà non solo la conservazione dei volumi, ma anche la possibilità di consultazione per gli studiosi interessati a esplorare un archivio unico nel suo genere. Un ritorno a casa che rappresenta un ponte tra il passato e il presente, restituendo alla città un pezzo della sua storia e della sua identità culturale.
Giada Zandonà
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