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La storia delle sette chiesette rivivono nell’opera di Roberto Valandro

Un viaggio tra fede, storia e tradizioni secolari nel nuovo saggio

libro sette chiesette

    La storia delle Sette chiesette, dalla loro fondazione ai giorni nostri, è la protagonista dell’ultima opera dello storico Roberto Valandro. A metà febbraio, nel Castello di Monselice, Veneto edifici monumentali, in collaborazione con la Pro loco e il Comune di Monselice, ha ospitato la presentazione del volume “Santuario delle Sette Chiesette e la grotta dei due San Francesco. Reliquie, devozioni, metamorfosi”, che ripropone in sintesi la storia del Santuario dall’atto fondativo del 1605 a oggi. L’autore, figura fondamentale per la cultura della cittadina murata, pone in evidenza il passaggio da oratorio privato della cappella di San Giorgio a fulcro del Santuario che ripropone le Sette basiliche romane, con la possibilità di acquisire la medesima indulgenza concessa ai pellegrini dell’Urbe. Valandro, inoltre, ha indagato la curiosa sovrapposizione che si è verificata riguardo all’esedra. Votata a San Francesco d'Assisi fin dalla costruzione, a metà Seicento, nella seconda metà dell'Ottocento è avvenuta una dedicazione popolare legata alla presenza di San Francesco Saverio. «Conoscere il passato, la storia, significa prendere coscienza della nostra cultura, capire il senso delle tradizioni religiose e civili tramandate dai nostri avi, comprendere perché i valori in cui crediamo fondano l’appartenenza a una comunità», ha sottolineato l’amministratore unico di Veneto edifici monumentali, Aldo Rozzi Marin. «Vari studiosi si sono occupati della nostra storia, ma il lavoro del professor Roberto Valandro, ferrato conoscitore della storia locale, nobilita la città di Monselice. Il suo libro, infatti, frutto di un intenso e lungo lavoro, è un contributo prezioso per conoscere il nostro passato ed essere tutti consapevoli e responsabili della trasmissione alle nuove generazioni di una storia e di una cultura che affondano le loro origini nei secoli e offrono riferimenti e modelli validi per il futuro».

    G.Z

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