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Teatro e società
02.03.2025 - 06:00
Credits: Fondazione Tina Anselmi
La storia di Tina Anselmi, prima donna ministro in Italia, è un racconto che attraversa le pagine della democrazia e dei diritti delle donne, una narrazione che rivela il primo passo verso la parità di genere. Questo patrimonio di lotta e cambiamento si materializza nello spettacolo "La Gabriella e le ragazze. Storie di Tina Anselmi", che debutterà in prima nazionale il 7 marzo alle 21.00 al Teatro Camploy di Verona.
L’evento, fortemente voluto e prodotto dalla Fondazione Aida con la regia di Anna Tringali e Giacomo Rossetto, è parte integrante delle celebrazioni della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna, intitolata "Il potere delle donne - 8 marzo 2025", promossa dall’assessorato alla Parità di Genere del Comune di Verona.
Simone Dini Gandini, neo co-direttore artistico della Fondazione Aida e curatore della drammaturgia, descrive lo spettacolo come un racconto intimo che esplora la vita di Tina Anselmi attraverso gli occhi di due operaie, interpretate da Eliana Crestani e Benedetta Conte, che decidono di occupare la filanda in cui lavorano. "In questo spettacolo tutto al femminile, la grande storia si riflette nella piccola storia", spiega Dini Gandini, evidenziando come le vite delle protagoniste e l'occupazione della filanda siano frutto d’invenzione, ma intimamente legati all'impegno di Tina Anselmi.
Le protagoniste, Lina e Irene, portano con sé storie di lotta e speranza. Lina, sindacalista con un passato segnato dalla Seconda Guerra Mondiale, nasconde un segreto profondo, mentre Irene, più giovane, vive in un matrimonio violento, intrappolata dalla disparità salariale che le impedisce di costruire un futuro migliore per sé e il suo bambino. Le loro vite si intrecciano con la presenza costante di Tina Anselmi, un simbolo di determinazione e coraggio.
Meri Malaguti, direttrice generale della Fondazione Aida, sottolinea l’importanza di raccontare queste storie in un momento storico in cui i temi della parità di genere sono più rilevanti che mai. "Qualcuno doveva parlarne", afferma, rimarcando il ruolo di Tina Anselmi come esempio di coraggio e determinazione, che continua a ispirare le generazioni future per il bene comune.
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