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FOCUS SICUREZZA STRADALE. VICENZA
11.03.2025 - 04:21
Continua a salire sulla piattaforma change.org la petizione “Blocchiamo la violenza stradale a Vicenza”, a tutela dell’utenza debole, bici e pedoni. Sui social si è scatenata la polemica tra chi inveisce contro lo strapotere delle auto e chi, invece, come l’istruttore di scuola guida Sergio Maistrello, pone l’accento su comportamenti poco ortodossi dei ciclisti: dal percorrere le strade contromano, a non rispettare alcuni segnali di precedenza, al sorpasso sulla destra dei veicoli, ecc.
Dalla mini indagine che abbiamo condotto, risulta fin troppo evidente che la causa della maggior parte degli incidenti è dovuta alla distrazione alla guida, diventata ancor più pericolosa dell’eccessiva velocità.
I dati della Polizia Locale
Lo scorso anno – secondo i dati della polizia locale -, il numero di incidenti rilevati è stato di 718, ma vi sono stati altri 529 interventi risolti con la constatazione amichevole e dei quali non vi è contezza delle cause. Di questi 54 hanno visto protagonisti i pedoni (7,5 %) 109 i ciclisti (15,18%), 23 i monopattini (3,2 %), 9 di e-bike pari all' 1,25%. La categoria ad essere più coinvolta in incidenti è stata quella dei motociclisti con 85 casi (11,83%), mentre 16 hanno visto protagonisti i ciclomotori (2,2 %).
La causa principale dei sinistri, emersa a seguito dei rilievi tecnici eseguiti – sempre secondo la Polizia locale -, è dovuta alla condotta distratta e imprudente dei conducenti.
Le cause degli incidenti secondo il comandante Massimo Parolin
«Riteniamo – afferma il comandante Massimo Parolin – buona parte degli incidenti sia dovuta alla distrazione e in particolare all’uso di dispositivi multimediali, ma si tratta di una circostanza quasi sempre impossibile da dimostrare. Purtroppo, questo determina l'incapacità di mantenere il controllo del veicolo e provoca collisioni con il veicolo che precede o in sosta a margine della carreggiata o fuoriuscite autonome dalla sede stradale; l’inosservanza della segnaletica verticale e orizzontale si concretizza in mancate precedenze ai pedoni e ai ciclisti sugli attraversamenti e mancate precedenze alle intersezioni regolarmente segnalate. Quanto alla velocità quale causa del verificarsi degli incidenti – conclude il comandante Parolin -, va intesa non tanto quale superamento del limite, peraltro praticamente impossibile da dimostrare, quanto come mantenimento alla guida di una velocita non adeguata alle caratteristiche della strada e ambientali: strada bagnata, presenza di intersezioni, attraversamenti pedonali, abitazioni, ore notturne».
Il parere dell’assessore alla mobilità Cristiano Spiller
«Se vogliamo affrontare seriamente il tema della sicurezza stradale, occorre andare oltre le battaglie ideologiche e politiche. Emotivamente, specie dopo eventi gravi, quali incidenti mortali in città, siamo sempre tutti d’accordo sul fatto che la velocità andrebbe ulteriormente ridotta, che servono più piste ciclabili, che vanno ampliate le zone di sicurezza per i pedoni. Poi però, quando si cerca di passare dalle parole ai fatti, chi come me ha questo ruolo, viene attaccato dai residenti “perché così si tolgono i parcheggi” o dai commercianti, “perché così si fa morire il negozio di vicinato”. Senza parlare degli automobilisti, che vedono queste azioni quasi come un attacco personale.
Non si può essere d’accordo solo quando muore qualcuno. In realtà, basterebbe pensare che ciascuno di noi è a sua volta pedone, ciclista, automobilista, a volte anche motociclista e bisognerebbe avere tutti una visione un po’ più ampia.
Come assessorato stiamo andando avanti con una serie di progettualità, la prima delle quali è quella di creare una maggior connessione tra le piste ciclabili e le corsie ciclopedonali, che sono cosa diversa, aperte cioè ad un traffico misto. Dal punto di vista della sicurezza stradale, separare i flussi va a beneficio di tutti, perché diminuiscono le interferenze. Molta gente non usa la bicicletta perché si sente insicura e questo non fa che aumentare il traffico automobilistico, lo smog e anche lo stress di chi guida.
Quanto alle zone a 30km/h, confermo la nostra volontà di proseguire con alcune sperimentazioni, come quella che stiamo facendo in zona Ferrovieri. Va sottolineato, tuttavia, che i criteri stabiliti per poter procedere in tal senso, prevedono vi sia la presenza di scuole, di impianti sportivi, ecc, per cui agiremo sulla base di quanto sarà possibile fare, anche perché è quasi impossibile poter procedere a controlli reali della velocità e la sola segnaletica, lo abbiamo visto, non è sufficiente.
Servirebbe una educazione stradale e una coscienza collettiva che nel nostro Paese sono presenti in maniera ancora insufficiente.
Il punto di vista dell’assicuratore
Filippo Vezzaro, 48enne agente di una primaria compagnia di assicurazioni di Vicenza, in oltre 20 anni di professione, ne ha viste davvero di tutti i colori. «Ogni tanto ci imbattiamo in casi un po’ particolari - afferma – anche se la casistica degli incidenti stradali spesso è molto simile. Non a caso abbiamo una sorta di tabellario che riassume e sintetizza le diverse tipologie: tamponamenti, mancate precedenze, distanze di sicurezza non rispettate, incidenti in rotatoria, tra i più frequenti e così via».
«La sicurezza passiva, oltre agli innovativi sistemi di assistenza alla guida, specie nelle auto di media, alta gamma, è stata sicuramente un grande passo in avanti. Se parliamo, invece, dell’uso del cellulare, soprattutto nella messaggistica, non c’è dubbio che è uno degli elementi che in questi ultimi anni hanno inciso nella sicurezza stradale. La distrazione è una delle principali cause d’incidenti, anche gravi o mortali, purtroppo. Nonostante con il tempo le pene siano diventate sempre più severe le persone sembrano non rendersi conto della pericolosità dell’uso del cellulare, sia per loro, ma spesso, anche per gli altri, pedoni, moto e biciclette in particolare».
«Il traffico cittadino è quello più esposto a variabili e imprevisti, per cui bisognerebbe avere la massima concentrazione alla guida, invece spesso accade il contrario. Lo stress quotidiano, la fretta, la distrazione, generano a loro volta ulteriore pericolosità e spesso, come accennato, a pagarne le spese più alte sono i pedoni o le biciclette, che a loro volta, tuttavia, specie i giovani, girano con le cuffie in testa, attraversano le strisce pedonali convinti di essere in una sorta di recinto protettivo, ma non è così. Insomma, c’è una sottovalutazione costante, un po’ da parte di tutti del potenziale pericolo incombente».
«Altrettanto provocatoriamente potrei rispondere che se il sistema tariffario bonus-malus tenesse conto in caso di “malus”, oltre che della sinistrosità pregressa, anche, ad esempio, del ritiro patente o della decurtazione dei punti, sarebbe molto peggio. Tant’è che le stesse compagnie di Assicurazioni hanno da tempo richiesto al legislatore la revisione del sistema tariffario bonus-malus, in modo tale da tornare a premiare i comportamenti di guida virtuosi a scapito di condotte di guida pericolose. Ma al di là dei costi economici assicurativi o di un sinistro, credo che le persone dovrebbero certamente prestare più attenzione quando sono in strada, a prescindere dal mezzo che guidano o se sono pedoni».
Mauro Della Valle
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