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Battaglia legale
10.03.2025 - 16:51
Immagine di repertorio
Da anni, ogni mattina, è uno dei volti noti del quartiere. Un giovane nigeriano di 27 anni, Happy, con scopa e rastrello si dedica alla pulizia delle strade di Padova, sperando di vedere riconosciuti i suoi diritti di rifugiato. La sua vita in Italia, però, è sempre stata segnata da un cammino incerto. Arrivato nel 2017, il giovane racconta di aver lasciato la Nigeria per sfuggire a persecuzioni religiose, ma finora non ha mai ottenuto il tanto atteso riconoscimento dello status di rifugiato.
Oggi, come ogni mattina, Happy è fuori a spazzare il quartiere dove vive, ma la sua buona volontà non basta per evitare l’incubo dell’espulsione. In queste ore, infatti, sta per scadere il termine entro cui il giovane potrebbe essere rimpatriato, con il rischio di essere messo su un aereo verso la sua terra d’origine, dove si teme per la sua sicurezza.
Nel corso degli anni, Happy ha tentato ogni strada per integrarsi. Ha imparato l'italiano, ha cercato lavori precari, ma le difficoltà linguistiche e l'analfabetismo, uniti all’impossibilità di produrre documentazione adeguata riguardo alla sua situazione, non gli hanno permesso di fare abbastanza per ottenere il riconoscimento ufficiale come rifugiato. Nonostante ciò, ha sempre cercato di vivere onestamente, mantenendosi con lavori saltuari, senza mai entrare in conflitto con la legge.
L'unica cosa che riesce a dimostrare concretamente è il suo impegno: dalle 8 del mattino fino alle 13, spazza le strade del quartiere con la speranza che la sua dedizione venga riconosciuta dalle autorità. La sua storia è diventata il centro di una battaglia legale, con l’avvocato Caterina Bozzoli e l’assistente legale Alexandra Stukova che da mesi si fanno carico del suo caso. Recentemente, è stato presentato un ricorso al Ministero dell'Interno, sottolineando come l’impegno di Happy per integrarsi e la sua condotta esemplare dimostrino la sua buona volontà di vivere in Italia.
“Happy non ha mai chiesto altro che la possibilità di lavorare e costruire una vita qui, come qualsiasi altro cittadino,” ha dichiarato l’avvocato Bozzoli. “Non si può negare che il suo comportamento sia il frutto di un impegno reale, eppure la sua condizione resta incerta.”
La situazione di Happy mette in luce una problematica più ampia: la difficoltà di molte persone in attesa di asilo, che pur cercando di integrarsi, non riescono a documentare a sufficienza la loro situazione per ottenere il riconoscimento legale. La speranza di Happy, e dei suoi legali, è che il Ministero dell'Interno prenda in considerazione la sua condotta esemplare e gli consenta di rimanere in Italia, evitando così una drammatica espulsione.
In attesa di una risposta ufficiale, il giovane continua la sua routine quotidiana, con la speranza che una svolta giudiziaria possa finalmente cambiare il corso del suo difficile futuro.
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