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13.03.2025 - 09:50
Oggi, 13 marzo, si celebra la Giornata Mondiale del Rene, un momento dedicato alla consapevolezza riguardo le malattie renali, spesso trascurate e silenti, ma che possono avere un impatto significativo sulla salute e sul benessere generale.
I reni svolgono ruoli vitali nell’organismo, ben oltre la loro funzione di filtrare e purificare il sangue. Questi organi essenziali sono responsabili anche della regolazione della pressione arteriosa, della produzione della vitamina D e del mantenimento dell’equilibrio ematico.
Per prendersi cura dei reni sin dall’età giovane, è importante seguire alcune abitudini salutari: bere molta acqua (preferibilmente oligominerale), limitare l’assunzione di sale, consumare molta frutta e verdura, fare esercizio fisico regolare e ridurre l’uso di farmaci non necessari. Alcuni farmaci, infatti, possono danneggiare i reni, come gli antinfiammatori non steroidei, certi antibiotici, immunosoppressori, diuretici, antivirali e farmaci contro la gotta.
Le malattie renali croniche rappresentano una delle principali cause di morte prematura e un grave problema di salute globale. Queste patologie colpiscono milioni di persone e, nonostante i progressi nelle cure, rimangono una sfida per il sistema sanitario.
La malattia renale cronica è caratterizzata dalla perdita progressiva e irreversibile della funzione renale, misurata dal tasso di filtrazione glomerulare (GFR). Esistono diversi stadi della malattia, che vanno da lieve a grave, con l’ultimo stadio che può richiedere dialisi o trapianto renale.
Negli ultimi anni, sono emerse nuove soluzioni terapeutiche che offrono ai pazienti maggiore autonomia e miglioramento della qualità della vita. Tra queste, la dialisi domiciliare, che permette ai pazienti di eseguire il trattamento a casa, seppur con l'assistenza di un partner o caregiver per garantire che il procedimento venga effettuato correttamente e senza rischi.
La dialisi peritoneale, invece, offre una gestione più semplice. Dopo un periodo di addestramento di due o tre settimane, i pazienti, o i loro caregiver, diventano autonomi nella gestione del trattamento, senza necessità di assistenza continua.
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