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Giornata mondiale del rene: prevenire e curare le malattie renali

Un'occasione per sensibilizzare sull'importanza della salute renale

Oggi, 13 marzo, si celebra la Giornata Mondiale del Rene, un momento dedicato alla consapevolezza riguardo le malattie renali, spesso trascurate e silenti, ma che possono avere un impatto significativo sulla salute e sul benessere generale.

I reni svolgono ruoli vitali nell’organismo, ben oltre la loro funzione di filtrare e purificare il sangue. Questi organi essenziali sono responsabili anche della regolazione della pressione arteriosa, della produzione della vitamina D e del mantenimento dell’equilibrio ematico.

Per prendersi cura dei reni sin dall’età giovane, è importante seguire alcune abitudini salutari: bere molta acqua (preferibilmente oligominerale), limitare l’assunzione di sale, consumare molta frutta e verdura, fare esercizio fisico regolare e ridurre l’uso di farmaci non necessari. Alcuni farmaci, infatti, possono danneggiare i reni, come gli antinfiammatori non steroidei, certi antibiotici, immunosoppressori, diuretici, antivirali e farmaci contro la gotta.

Le malattie renali croniche rappresentano una delle principali cause di morte prematura e un grave problema di salute globale. Queste patologie colpiscono milioni di persone e, nonostante i progressi nelle cure, rimangono una sfida per il sistema sanitario.

La malattia renale cronica è caratterizzata dalla perdita progressiva e irreversibile della funzione renale, misurata dal tasso di filtrazione glomerulare (GFR). Esistono diversi stadi della malattia, che vanno da lieve a grave, con l’ultimo stadio che può richiedere dialisi o trapianto renale.

Negli ultimi anni, sono emerse nuove soluzioni terapeutiche che offrono ai pazienti maggiore autonomia e miglioramento della qualità della vita. Tra queste, la dialisi domiciliare, che permette ai pazienti di eseguire il trattamento a casa, seppur con l'assistenza di un partner o caregiver per garantire che il procedimento venga effettuato correttamente e senza rischi.

La dialisi peritoneale, invece, offre una gestione più semplice. Dopo un periodo di addestramento di due o tre settimane, i pazienti, o i loro caregiver, diventano autonomi nella gestione del trattamento, senza necessità di assistenza continua.

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