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Futuro della medicina
15.03.2025 - 13:00
I relatori del seminario
La psichiatria entra nell'era della medicina di precisione. La personalizzazione dei trattamenti rappresenta una nuova frontiera della cura, con l'obiettivo di massimizzare l'efficacia terapeutica e ridurre al minimo gli effetti collaterali. Su questi temi si sono confrontati esperti di rilievo alla Casa di Cura Villa Santa Chiara di Quinto di Valpantena (VR) durante il seminario "Medicina di precisione in psichiatria", rivolto a specialisti del settore.
Tra le patologie psichiatriche, la depressione si conferma la più diffusa, con oltre 38.000 assistiti nella Regione Veneto nel 2023, di cui 4.754 nella provincia di Verona. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), entro il 2030 la depressione diventerà la malattia mentale più comune a livello globale.
«La medicina di precisione è un concetto noto in oncologia per l’ottimizzazione dei farmaci e la riduzione degli effetti collaterali. Anche in psichiatria, personalizzare la cura è essenziale per migliorare l’aderenza alla terapia e ridurre il rischio di interruzione dei trattamenti da parte dei pazienti», spiega il dott. Marco Bortolomasi della Casa di Cura Villa Santa Chiara. «I farmaci psicotropi, tra cui antidepressivi e stabilizzatori dell'umore, possono avere effetti collaterali significativi, come aumento di peso e disfunzioni sessuali. La farmacogenetica offre strumenti per calibrare meglio le terapie e minimizzare questi rischi».
Il Prof. Massimo Gennarelli, Direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale dell’Università di Brescia, ha sottolineato il ruolo della farmacogenetica e delle scienze omiche nello sviluppo di trattamenti personalizzati. «Lo studio delle varianti genetiche che influenzano la farmacocinetica e la farmacodinamica ha permesso di sviluppare test genetici specifici, migliorando l’efficacia delle terapie e riducendo il rischio di effetti collaterali. Inoltre, l’intelligenza artificiale consente di analizzare grandi quantità di dati clinici per individuare pattern predittivi di risposta ai farmaci».
La Prof.ssa Alessandra Minelli dell’Università di Brescia ha messo in guardia dall’uso improprio dei test genetici acquistabili online. «Questi esami devono essere interpretati da specialisti, altrimenti si rischiano conclusioni errate che possono compromettere le terapie».
Il Prof. Edoardo Spina, farmacologo dell’Università di Messina, ha parlato dell’importanza del monitoraggio terapeutico dei farmaci per adattare le dosi alle necessità del singolo paziente. «Questa procedura aiuta a verificare la corretta assunzione dei farmaci e a modificare il dosaggio in caso di inefficacia o gravi effetti collaterali».
Anche il Prof. Alessio Squassina dell’Università di Cagliari ha evidenziato i progressi della ricerca sui farmaci stabilizzatori dell’umore, con particolare attenzione al litio. «Nuove tecnologie ci permettono di individuare biomarcatori che spiegano perché alcuni pazienti rispondono meglio ai farmaci rispetto ad altri».
Infine, il dott. Georgios Schoretsanitis dell’Università di Zurigo ha presentato uno studio sulle reazioni avverse in psichiatria, evidenziando un aumento dell’ideazione suicidaria legato all’uso di semaglutide, un farmaco per il diabete e l’obesità. «Questi dati richiedono ulteriori approfondimenti, dato il crescente impiego del farmaco».
Il seminario ha dimostrato che la psichiatria si avvia verso un futuro sempre più personalizzato, in cui la combinazione di genetica, intelligenza artificiale e farmacologia di precisione potrà migliorare significativamente la qualità delle cure.
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