La violenza contro il personale sanitario è un problema che non può essere affrontato da solo. Questo è il messaggio forte che è emerso ieri sera a Verona, dove in un incontro organizzato dalla UOC Ginecologia B, diretta dal dottor Valentino Bergamini, le istituzioni locali e nazionali hanno ribadito l'importanza di un impegno condiviso per contrastare questo fenomeno in continua crescita.

Presenti all'evento, che si è svolto nella Sala Marani, diverse figure istituzionali di peso: il vicario del Questore Girolamo Lacquaniti, il colonnello Francesco Novi dei Carabinieri, il procuratore capo di Verona Raffaele Tito, oltre a parlamentari come Ciro Maschio, presidente della Commissione Giustizia della Camera, e Maddalena Morgante della Commissione Affari Sociali e Sanità. Il confronto ha visto anche la partecipazione di Alfredo Guglielmi, presidente dell'Ordine dei medici di Verona, e numerosi esperti del settore sanitario.
L'incontro, dal titolo “La violenza contro gli operatori sanitari: come prevenire eventi critici e le nuove tutele per il personale sanitario alla luce del Decreto Legge 137/2024”, ha avuto lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull'urgenza di proteggere medici, infermieri e operatori sanitari da aggressioni fisiche e verbali. Si tratta di un fenomeno in crescita, come sottolineato dal dottor Stefano Scarperi, che ha riportato i dati allarmanti dell'Osservatorio nazionale sicurezza del Ministero della Salute. Negli ultimi cinque anni, le aggressioni contro il personale sanitario sono aumentate del 38%. In particolare, le donne risultano le vittime principali, rappresentando il 72% delle aggressioni, con un picco del 40% negli ultimi tre anni.
In risposta a questa situazione preoccupante, il decreto legge 137/2024, in vigore da ottobre, ha introdotto misure più severe, tra cui l'arresto immediato per lesioni ai danni del personale sanitario e pene detentive che vanno da uno a cinque anni. Inoltre, sono previste sanzioni pecuniarie per danneggiamenti alle strutture sanitarie, con l'aggravante per violenza di gruppo.
Il dottor Valentino Bergamini ha evidenziato come, nonostante queste nuove normative, la protezione del personale sanitario richieda un impegno che va oltre la legge: «Questa serata è stata fondamentale per affrontare uno dei problemi più urgenti della sanità moderna. La violenza contro i sanitari deve essere contrastata non solo con strumenti giuridici, ma anche con la sensibilizzazione e il supporto delle istituzioni».

Le misure di sicurezza nelle strutture sanitarie, come quelle dell’AOU di Verona, sono già in atto da tempo. Le telecamere di videosorveglianza, la presenza di personale di sicurezza e i corsi di formazione per gestire situazioni critiche sono solo alcune delle azioni messe in campo. Inoltre, l’introduzione di corsi di difesa personale e la valutazione di tecnologie avanzate per monitorare in tempo reale i punti critici degli ospedali sono iniziative che vanno nella direzione di garantire maggiore sicurezza agli operatori sanitari.
Il colonnello Novi, comandante provinciale dei Carabinieri di Verona, ha sottolineato come la sicurezza debba essere una priorità anche nelle strutture sanitarie, non solo per proteggere gli operatori ma anche per tutelare il rapporto di fiducia tra medico e paziente. "La cultura della sicurezza deve permeare tutte le istituzioni e il sistema sanitario", ha affermato Novi, evidenziando l'importanza di creare ambienti di lavoro sicuri per chi quotidianamente si prende cura delle persone.
A margine dell'incontro, il presidente dell'Ordine dei medici, Alfredo Guglielmi, ha aggiunto: "Le aggressioni non si verificano solo negli ospedali, ma anche negli ambulatori dei medici di medicina generale e nelle strutture più isolate. Il fenomeno è più diffuso di quanto si pensi, e le vittime sono per lo più donne e medici giovani. È fondamentale che le istituzioni rispondano con forza".
Un concetto ribadito anche dalla presidente della Commissione Affari Sociali della Camera, Maddalena Morgante, che ha espresso il suo impegno per la sicurezza degli operatori sanitari, evidenziando la necessità di un cambiamento culturale che valorizzi il lavoro del personale sanitario come un alleato fondamentale per il benessere della comunità.