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Il personaggio
24.03.2025 - 08:15
Una storia di coraggio, determinazione e resilienza. Giulia Mincato è affetta fin dalla nascita da una malattia che toglie il respiro: la fibrosi cistica. Una condizione tutt’altro che semplice, ma l’istruttrice padovana ha scelto di non tirarsi indietro, sfidando i propri limiti grazie al nuoto, da sempre suo fedele compagno di vita. “L’acqua per me è stata un’ancora di salvezza perché mi ha permesso di sfidare i limiti fisici imposti dalla malattia. Sono figlia d’arte: anche mia madre è un’istruttrice di nuoto e mi ha portato in piscina prima ancora che imparassi a camminare”.
Negli ultimi anni, un farmaco sperimentale, il Trikafta, le ha cambiato la vita: “Lo chiamo il mio miracolo in pillole. Se sono riuscita a coronare tanti obbiettivi di vita familiare e lavorativa lo devo proprio a questo”. Oggi Giulia è istruttrice di nuoto e fitness in diversi impianti di Padova e Abano Terme, in cui si dedica soprattutto all’acquaticità neonatale e a corsi di preparazione al parto. “Quando sono diventata mamma nel 2019, ho capito che avrei dedicato gran parte del mio lavoro ai bambini. Così ho deciso di ampliare le mie conoscenze, già acquisite con una laurea in Scienze della Formazione e dirigenza nei servizi sociali e nella psichiatria per adulti, un’esperienza che mi ha permesso di comprendere appieno le sfide della maternità e il valore del sostegno alle neomamme”.
A partire dallo sviluppo psicomotorio, i benefici dell’acquaticità sono molteplici: “In acqua si impara a prendere consapevolezza del proprio corpo e a gestire eventuali situazioni di pericolo”. La piscina è anche un potente strumento di socializzazione: “I più piccini hanno la possibilità di relazionarsi con i propri coetanei e anche per le mamme diventa un’occasione di confronto reciproco”. Anche nel caso delle donne in attesa, i benefici dell’acqua sono emotivi e relazionali, oltre che fisici: “L’acquaticità in gravidanza aiuta a mantenere il controllo del peso e a prevenire alcuni fastidi fisiologici tipici del pre-parto come il mal di schiena e le contratture. Ma è anche un’occasione per le gestanti di staccare dalla quotidianità e regalarsi un momento per se stesse, condividendo con altre donne eventuali paure e dubbi legate al parto e all’accoglienza del bambino”.
E non c’è soddisfazione più grande per Giulia che vedere i progressi e l’evoluzione dei suoi piccoli allievi: “È sempre una grande emozione seguire un bambino dai primissimi passi nel mondo acquatico e vedere come pian piano acquista sicurezza in se stesso”. Anche prima di diventare mamma, Giulia allenava squadre di piccoli nuotatori: “Il regalo più grande per me era vedere i miei allievi passare dalle prime bollicine alle gare agonistiche, osservando anche la loro crescita emotiva durante il percorso. Medaglia a parte, è per me un traguardo impagabile riuscire a trasmettere ai ragazzi l’amore per lo sport”.
L’acqua è un elemento essenziale nella vita dell’uomo, ma in quella di Giulia assume un significato più profondo: “Non è un caso che la vita inizi proprio in acqua nel grembo materno: ritrovare quel legame è importantissimo sia per la mamma che per il bambino”. Ma ha anche un forte valore simbolico: “Oltre a dare la vita, per molte culture l’acqua è un elemento catartico, che purifica e trasforma. La voglio vedere proprio così: un simbolo di vita da tutti i punti di vista”.
Giulia Turato
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