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Automazione delle gru nel terminal di Interporto Padova: partiti i test operativi

Il primo interporto in Italia ad adottare questa tecnologia per aumentare la produttività senza espandere la superficie

Automazione delle gru nel terminal di Interporto Padova: partiti i test operativi

Sono ufficialmente partiti i test operativi per la remotizzazione e l’automazione delle gru elettriche a portale nel grande terminal di Interporto Padova, il quale diventa il primo interporto in Italia a introdurre questa innovativa modalità operativa. Nel fine settimana appena trascorso, infatti, sono iniziati con successo i test sulla parte treno-piazzale di deposito, a seguito del completamento degli interventi infrastrutturali e software necessari. La seconda fase, che riguarda la movimentazione dei carichi dei camion, è già in programma.

Per chiarire meglio le due tecnologie, va precisato che con remotizzazione si intende la gestione della gru da una sala di controllo, situata nella palazzina uffici del terminal, anziché dalla tradizionale cabina sospesa a circa venti metri da terra. In questa fase, tutte le operazioni sono ancora eseguite dai gruisti, che utilizzano sei schermi per monitorare le fasi operative, ma in un ambiente molto più confortevole rispetto alla cabina tradizionale.

Con automazione, invece, è la gru stessa a eseguire in autonomia tutte le operazioni necessarie, grazie alle istruzioni inviate dal TOS (Terminal Operative System), il software sviluppato da Interporto Padova appositamente per gestire questi processi. Le istruzioni possono essere inserite dai gruisti o gestite automaticamente dal software, che si avvale anche di applicazioni AI per ottimizzare i movimenti.

I primi test su entrambe le tecnologie hanno dato esito positivo, sebbene sia emersa la necessità di perfezionare alcuni passaggi operativi. Superato questo ostacolo, si procederà con l’ulteriore messa a punto del sistema.

Implementare questa tecnologia non è stato un compito facile: non esistono esempi simili tra gli interporti italiani, e le normative di sicurezza sono particolarmente rigide. Per garantire la sicurezza degli operatori, è stata recintata e protetta una vasta area del terminal, comprendente quattro binari da 750 metri su cui operano tre gru. Un sistema di rilevamento della presenza umana non autorizzata blocca automaticamente il sistema se rileva movimenti non previsti all’interno di quest’area.

Gli operatori autorizzati possono accedere solo tramite un tornello, indossando un casco dotato di radiotrasmettitore per essere localizzati in tempo reale. Inoltre, gli autisti dei camion non potranno rimanere a bordo o nelle vicinanze durante le operazioni, ma dovranno spostarsi in appositi box di protezione.

Le gru sono inoltre dotate di sensori e telecamere per operare in totale sicurezza anche senza la presenza di un operatore a bordo. I test continueranno nelle prossime settimane con l’obiettivo di rendere il sistema operativo prima dell’estate. Tuttavia, il processo richiede anche l'addestramento dei gruisti, che potrà avvenire solo quando il sistema sarà pienamente operativo.

Roberto Tosetto, direttore generale di Interporto Padova, ha commentato: “È importante capire quali sono gli obiettivi di questo progetto, che ci fa essere l’interporto tecnologicamente più avanzato d’Italia ed uno dei più automatizzati d’Europa. Prima di tutto, diciamo che non è un modo per ridurre il personale, ma anzi, tra i suoi vantaggi, ha quello di offrire condizioni di lavoro più confortevoli e meno gravose ai gruisti. Da un punto di vista industriale, l’obiettivo è aumentare la produttività del terminal. Remotizzazione e automazione ci permettono non solo di compiere un numero maggiore di operazioni di carico e scarico, ma anche di ottimizzarle, evitando spostamenti inutili delle gru lungo il binario e posizionamenti non ottimali dei container nelle aree di stoccaggio. Con l’automazione, ad esempio, possiamo dire al sistema di utilizzare la notte per mettere i contenitori nella posizione migliore per la loro destinazione futura. Quando saremo a regime, potremo caricare e scaricare, lungo questi quattro binari, il doppio dei treni che serviamo ora, aumentando in modo davvero notevole l’offerta alle imprese ferroviarie e agli operatori multimodali, che sono i nostri clienti. Tutto senza consumare un solo metro quadro di terreno in più rispetto a ora, e alimentando oltretutto le gru anche con l’energia elettrica autoprodotta con il nostro impianto fotovoltaico. In un momento di incertezza globale dei mercati, l’unica cosa certa, sulla quale tutti gli esperti concordano, è che avremo un aumento della richiesta di trasporto su treno delle merci e che la logistica dovrà essere sempre più sostenibile. Noi in questo modo ci facciamo trovare pronti.”

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