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Costo delle case di riposo

Case di riposo in Veneto, rette sempre più alte: +295 euro in un anno

Sindacati all’attacco: «Costi insostenibili, la Regione intervenga subito»

Case di riposo in Veneto, rette sempre più alte: +295 euro in un anno

I sindacati all'azione

Le rette delle case di riposo in Veneto continuano a salire, mettendo in difficoltà migliaia di famiglie. Secondo il monitoraggio condotto dai sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, nel 2025 gli ospiti pagano in media 295 euro in più rispetto al 2024 e ben 665 euro in più rispetto a due anni fa. Una situazione allarmante che spinge i sindacati a chiedere un intervento immediato della Regione.

Cifre in crescita e disparità territoriali

L’indagine, condotta tra dicembre 2024 e febbraio 2025 su 260 strutture (l’88,8% del totale), evidenzia rincari significativi per gli ospiti con impegnativa di residenzialità, che rappresentano circa l’85% degli anziani non autosufficienti nelle case di riposo. La retta media mensile è passata da 1.865 euro nel 2023 a 1.919 nel 2025, con un incremento annuo costante. Ancora più pesante la situazione per chi non usufruisce del contributo regionale, con un costo medio che ha superato i 2.730 euro al mese.

Le differenze tra province sono evidenti: Belluno è l’area meno costosa (55 euro al giorno), mentre Venezia detiene il primato delle rette più alte con una media di quasi 70 euro giornalieri. I costi dipendono da variabili come il tipo di camera, i servizi inclusi e lo stato di salute dell’ospite.

Le richieste dei sindacati

Di fronte a questa emergenza, Spi, Fnp e Uilp chiedono alla Regione di aumentare il numero delle impegnative di residenzialità per coprire tutta la platea degli anziani non autosufficienti e di differenziare il contributo in base alla gravità del paziente. Inoltre, i sindacati propongono di definire una retta standard “equa”, proporzionata alle condizioni economiche degli ospiti, e di potenziare il sistema pubblico, rilanciando le Ipab come Centri Servizi integrati nei percorsi socio-sanitari regionali.

«È urgente aprire un tavolo di confronto con la Regione per monitorare e migliorare l’offerta assistenziale», dichiarano le segretarie generali Biancardi, Cupani e Rocco. «Le famiglie non possono più sostenere questi aumenti: servono misure concrete per garantire un’ accoglienza dignitosa agli anziani più fragili».

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