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Multiculturalità e inclusione

"Music..all - A caccia di parole": un musical sulla multiculturalità scritto interamente dai bambini di Thiene

Gli alunni delle classi quarte e quinte della scuola elementare di Thiene hanno composto e messo in scena un elogio della multiculturalità nella scuola moderna

Foto dell'evento

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Lunedì 31 marzo, l’Auditorium Fonato di Thiene si è riempito di emozioni, musica e colori grazie allo spettacolo A caccia di parole, un musical interamente ideato e interpretato dagli alunni delle classi quarta e quinta della scuola primaria dell’Istituto comprensivo di Thiene. Un progetto nato dalla collaborazione tra il Coro giovanile di Thiene e l’istituto scolastico, con il sostegno della Fondazione Banca Popolare di Marostica - Volksbank, con un obiettivo ambizioso: prevenire il disagio giovanile e contrastare la devianza minorile nelle classi ad alta multiculturalità attraverso l’arte.

Il progetto, della durata di sei mesi, ha coinvolto circa 40 alunni in un percorso extrascolastico settimanale che li ha visti impegnati in laboratori di teatro, canto, musica e movimento. L’obiettivo? Offrire ai bambini uno spazio in cui poter sperimentare le proprie capacità sociali, sentirsi protagonisti e, soprattutto, riconoscere il valore delle proprie diversità come risorsa.

Il musical nasce dall’ispirazione di Silvia Azzolin, pedagogista musicale e docente alla Libera Università di Bolzano, che ha tratto spunto dalla sua esperienza con l’Associazione Maestri di Strada di Napoli. Ma il vero motore dello spettacolo sono stati i bambini stessi, che hanno costruito la trama attorno a una “torre di libri”, un simbolo di conoscenza e di espressione personale. Attraverso le parole di scrittori e poeti, i giovani protagonisti hanno dato voce ai loro sogni, alle loro paure e alla loro rabbia, trovando nella creazione artistica un potente strumento di crescita e consapevolezza.

«Non è la performance finale a fare la differenza, ma il processo creativo» spiega Azzolin. «È nell’atto generativo che i bambini scoprono di essere agenti del proprio cambiamento, capaci di trovare soluzioni e di esprimere se stessi».

Il progetto ha visto la partecipazione di professionisti dell’Associazione Akamorà Teatro - Arti e Biodiscipline, oltre al coinvolgimento attivo di insegnanti, collaboratori scolastici e famiglie. Un’esperienza che ha dimostrato come l’arte possa essere un ponte tra culture diverse e uno strumento concreto per prevenire il disagio, insegnando ai più piccoli a riconoscere il valore della propria voce.

L’evento ha raccolto grande entusiasmo e partecipazione, confermando che la musica e il teatro possono essere molto più di un semplice spettacolo: possono diventare un’opportunità di crescita e un veicolo di trasformazione sociale.

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