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04.04.2025 - 08:34
Un episodio che sta suscitando forti polemiche è accaduto alla Mita Spa di Conselve, dove i lavoratori che non hanno partecipato allo sciopero del 28 marzo hanno ricevuto un buono spesa del valore di 50 euro. La protesta, organizzata da Fim, Fiom e Uilm, era finalizzata al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale Federmeccanica-Assistal, scaduto da oltre otto mesi.
I sindacati denunciano che l’erogazione di tale premio ai lavoratori che non hanno aderito alla protesta può essere considerata una discriminazione. Rocco Palombella, Segretario Generale della Uilm, ha fortemente criticato l’azienda, definendo l’azione intollerabile. A suo avviso, il comportamento di Federmeccanica e Assistal, che continuano a bloccare la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale scaduto da più di otto mesi, genera situazioni che rischiano di compromettere l’intero sistema contrattuale. Palombella ha invitato i lavoratori della Mita a rifiutare quello che considera un atto umiliante e a lottare per il rinnovo del contratto nazionale, che è ciò che restituirà dignità a tutti i lavoratori. Inoltre, ha annunciato che la Uilm procederà con una denuncia alla magistratura per attività antisindacale, chiedendo che Federmeccanica prenda un provvedimento urgente contro la Mita Spa, con una condanna e una possibile espulsione dell'azienda.
Michele Iandiorio, Segretario Generale della Fiom Cgil di Padova, ha definito gravissimo e inaccettabile il comportamento dell’azienda di Conselve, nonostante la Fiom non abbia rappresentanza diretta lì.
Secondo Iandiorio, l’azione della Mita rappresenta una pratica odiosa che finisce per mettere i lavoratori l'uno contro l'altro. Ha concluso dicendo che la vicenda avrà sicuramente un seguito legale, con l'intenzione di fermare simili pratiche in futuro.
Fim, Fiom e Uilm di Padova hanno condannato fermamente quanto accaduto alla Mita Spa di Conselve. In una dichiarazione unitaria, hanno dichiarato che, in un periodo in cui il territorio è diviso tra aziende che utilizzano la cassa integrazione e quelle che richiedono straordinari, il ricatto di un’ora in meno di cassa o premi legati alla non adesione agli scioperi è un’arma che avrebbero sempre respinto, sia con iniziative dirette nelle stesse aziende, sia dal punto di vista legale. Hanno inoltre aggiunto che quanto accaduto in un’azienda associata a Confindustria Veneto Est mina il modello di relazioni sindacali che, fino a quel momento, non aveva avuto precedenti di tale gravità. Infine, hanno sottolineato che l’efficacia delle iniziative di sciopero, come quella del 28 marzo, non sarebbe stata scalfita da tali iniziative padronali.
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