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Sicurezza delle automobili

Padova accelera sulla sicurezza: sensori intelligenti per auto più stabili e sicure

Un progetto dell’Università di Padova punta a rivoluzionare i sistemi di controllo dei veicoli

Padova accelera sulla sicurezza: sensori intelligenti per auto più stabili e sicure

Foto di repertorio

Un sistema innovativo, economico e basato su dati reali per aumentare la sicurezza delle automobili: è questo l’obiettivo ambizioso del progetto "VeHiKoMniScience – Vehicle Holistic Knowledge of Motion States", ideato dal professor Basilio Lenzo del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova. Il progetto ha appena ottenuto un finanziamento da 1,59 milioni di euro nell’ambito del FISA – Fondo Italiano per le Scienze Applicate, promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

Al cuore dell’idea, una serie di sensori a basso costo e mini-videocamere, capaci di offrire un quadro completo e in tempo reale del comportamento dinamico dell’auto, anche in condizioni stradali complesse o imprevedibili. La novità sta nel superamento delle semplici stime: oggi i sistemi di stabilità si basano su calcoli indiretti; domani, grazie a questa tecnologia, sarà possibile reagire con più efficacia a situazioni critiche, riducendo il rischio di incidenti.

Un occhio elettronico sull’asfalto
Il progetto si basa su un principio tanto semplice quanto geniale: una piccola videocamera, installata sul veicolo e collegata a un computer, osserva l’asfalto e traduce le immagini in dati precisi, come la velocità laterale dell’auto. Questi dati alimentano un algoritmo che può intervenire direttamente sul sistema frenante per correggere traiettorie pericolose, migliorando il controllo del mezzo e prevenendo sbandamenti.

Una carriera tra Italia, Inghilterra e California
Il progetto è il risultato di un lungo percorso scientifico e internazionale. Lenzo ha fondato nel 2017 un gruppo di ricerca sulla dinamica del veicolo all’Università di Sheffield Hallam, nel Regno Unito. È rientrato in Italia grazie al programma “Rita Levi Montalcini” e ha trascorso alcuni mesi alla Stanford University, lavorando – grazie a una borsa Fulbright – sulla “DeLorean Marty”, la versione a guida autonoma dell’iconica auto di Ritorno al Futuro.

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