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Confindustria teme una guerra commerciale, la presidente Carron: «No allo scontro con gli USA»

La presidente di Confindustria Veneto Est chiede un’azione unitaria dell’Unione Europea verso i dazi americani

Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est

Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est

Un monito chiaro e deciso quello lanciato da Paola Carron, Presidente di Confindustria Veneto Est, a seguito dell’annuncio di un possibile aumento dei dazi da parte degli Stati Uniti sui prodotti europei.

«Una tassa del 20% sui beni provenienti dall’Europa – afferma Carron – colpirebbe duramente anche il tessuto produttivo del Veneto, dove il mercato americano rappresenta un valore di 7,3 miliardi di euro in esportazioni. Dopo Germania e Francia, gli Stati Uniti sono la nostra terza destinazione commerciale. Non possiamo permetterci uno scontro commerciale o risposte disorganiche: serve una reazione forte, coesa e straordinaria da parte dell’Unione Europea».

A preoccupare sono in particolare i comparti più esposti: meccanica, agroalimentare, occhialeria, orafo, ma anche legno-arredo, moda e calzature. «Il Prosecco da solo vale 700 milioni all’anno oltreoceano – sottolinea Carron – e l’introduzione dei dazi rischia di compromettere intere filiere produttive, con ripercussioni occupazionali e strutturali».

Carron sottolinea che molte aziende del territorio si stanno già muovendo per diversificare i mercati, rafforzando la loro presenza in aree come il Medio Oriente, il Sud-Est asiatico, i Paesi del Golfo, l’America Latina e naturalmente in Europa. Ma avverte: «È necessario intervenire anche a livello interno. Eliminare barriere burocratiche e inefficienze che frenano la competitività è tanto importante quanto contrastare i dazi esterni».

Infine, uno sguardo al quadro internazionale: «La sfida non viene solo dagli Stati Uniti – conclude – ma anche dalla Cina, che potrebbe approfittare di queste tensioni per rafforzare la sua presenza globale. Le imprese italiane ed europee hanno bisogno di certezze, politiche commerciali forti e una visione strategica che guardi avanti, non solo alla difesa ma allo sviluppo».

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