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La Wiennese senza nome: la Soprintendenza Comunale fa rimuovere l'insegna della storica pasticceria padovana

Confesercenti del Veneto Centrale critica la decisione e lancia un appello: "Serve una visione più ampia per tutelare i negozi storici"

Nicola Rossi, presidente di Confesercenti del Veneto Centrale

Nicola Rossi, presidente di Confesercenti del Veneto Centrale

Un altro pezzo di storia cittadina se ne va. La pasticceria Wiennese, uno dei simboli del centro di Padova, ha perso la propria insegna a seguito di una decisione della Soprintendenza, che l’ha ritenuta “non coerente con il contesto della piazza”. Una scelta che ha sollevato un’ondata di perplessità e amarezza, in particolare tra le associazioni di categoria.

“È con grande dispiacere che assisto alla rimozione dell’insegna della storica pasticceria Wiennese per una motivazione che non condivido – ha dichiarato Nicola Rossi, presidente di Confesercenti del Veneto Centrale –. Esprimo piena solidarietà al titolare, Ermanno Sguotto. La decisione della Soprintendenza appare affrettata e priva di un’attenta valutazione del valore identitario di quel simbolo”.

Per Confesercenti, si tratta di una ferita al cuore del tessuto commerciale cittadino: “La pasticceria è un negozio storico riconosciuto e, come tale, va tutelato anche nella sua immagine e identità visiva. I negozi storici rappresentano una parte fondamentale dell’identità commerciale della città, un patrimonio che, pur affondando le radici nel passato, continua a generare valore culturale, sociale ed economico per la comunità”.

La vicenda riaccende i riflettori sulla necessità di una tutela concreta per i negozi storici, vera spina dorsale della tradizione urbana del Veneto. Una regione che, con 1.409 luoghi storici del commercio riconosciuti – di cui 229 solo nella provincia di Padova – custodisce una delle reti commerciali più radicate e rappresentative del Paese.

“Il 30 aprile scadono i termini per l’iscrizione all’albo regionale dei negozi storici – ricorda Alessandra Trivellato, coordinatrice della Fondazione Negozi Storici di Confesercenti –. Siamo a disposizione per supportare gli esercenti nella verifica dei requisiti e nella compilazione delle pratiche. È un’occasione preziosa per preservare e valorizzare il nostro patrimonio”.

Confesercenti solleva anche una contraddizione difficile da ignorare: “Ci sono luoghi della città che meriterebbero maggiore attenzione. In Largo Europa, ad esempio, da anni un’edicola abbandonata giace in stato di degrado totale. È inspiegabile come elementi simili sfuggano all’interesse della Soprintendenza, mentre si interviene con tanto rigore su insegne di attività storiche che da decenni danno lustro alla città”.

La richiesta è chiara: “Serve buon senso, proporzionalità e una visione più ampia – conclude Rossi –. I centri storici non si proteggono con rigidità ideologica, ma con equilibrio, rispetto e ascolto del contesto economico e culturale in cui vivono. Solo così potremo mantenere vive le nostre città”.

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