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Cronaca
12.04.2025 - 08:00
La carenza di personale all’interno dell’Azienda ULSS 6 Euganea ha raggiunto livelli insostenibili. Si tratta di una situazione cronica che investe tutti i settori – sanitario, tecnico e amministrativo – e che rischia di compromettere gravemente la qualità dei servizi offerti alla cittadinanza. A lanciare l’allarme è la Cisl Fp Padova Rovigo, che pone l’accento sull’urgenza di un piano concreto e strutturale.
«Non è più tollerabile che la gestione della carenza di personale si basi su interventi tampone, che non lasciano presagire una strategia organizzativa a lungo termine», dichiara Fabio Turato, Coordinatore Sanità Pubblica del sindacato.
Il quadro, già complesso, è aggravato dal crescente fenomeno delle dimissioni. «Molti professionisti stanno lasciando l'Azienda perché vincitori di altri concorsi, nella legittima speranza di trovare condizioni lavorative migliori», spiega Alessandro Piovan, dirigente Cisl Fp per la sanità della Bassa Padovana. «Un continuo turnover che, giorno dopo giorno, svuota i reparti e impoverisce ulteriormente la qualità dei servizi assistenziali, personale che non viene sostituito creando enormi criticità nei Reparti e nei Servizi dell'ULSS 6 Euganea».
Inoltre, l’organizzazione del lavoro continua a reggersi su equilibri precari: le assenze improvvise per malattia o maternità vengono coperte da personale già sovraccarico, senza un’adeguata pianificazione. A preoccupare è anche l’insufficienza del fondo stanziato dalla Regione Veneto per il recupero delle liste d’attesa, giudicato inadeguato a garantire la continuità assistenziale.
«La fragilità del sistema è tale che basta un evento prevedibile, come una gravidanza o un'assenza per malattia, per mettere in ginocchio interi reparti», denuncia Emiliano Bedon, dirigente CISL con delega per l'Alta Padovana. «Il peso di tutto ricade sulle spalle dei lavoratori, sottoposti a carichi di lavoro estenuanti e sui cittadini, che vedono compromesso il loro diritto a un servizio sanitario di qualità».
Con l’arrivo dell’estate, il piano ferie 2025 rappresenta un’incognita che rischia di paralizzare l’attività nei mesi più critici. Anche in questo caso, la Cisl FP lancia l’allarme contro l’ipotesi di nuove chiusure temporanee.
«La chiusura temporanea di alcuni servizi durante il periodo estivo può essere una misura emergenziale, ma non può diventare la norma per sopperire alla mancanza di personale. Le esternalizzazioni non sono la soluzione. Anzi, rappresentano un ulteriore smacco alla qualità dei servizi assistenziali offerti ai cittadini e non fanno che aggravare ulteriormente la situazione», insiste ancora Turato.
Per affrontare quella che definisce una vera e propria emergenza organizzativa, la Cisl FP chiede un confronto urgente con la Direzione dell’Azienda ULSS 6 Euganea, mettendo sul tavolo tre priorità:
Un piano assunzioni stabile e coerente con i bisogni reali del territorio
Una programmazione ferie chiara e sostenibile, che non scarichi tutto il peso sui dipendenti
Misure per contenere le dimissioni, rendendo più attrattive le condizioni lavorative
Il sindacato lancia un vero e proprio ultimatum di cinque giorni: in assenza di risposte concrete, si dichiara pronto a proclamare lo stato di agitazione, coinvolgendo lavoratori e istituzioni.
«Come Cisl siamo convinti che la chiusura dei servizi non può essere la risposta principale; occorre un approccio integrato che garantisca sia il benessere dei lavoratori che la continuità assistenziale per i cittadini», conclude Turato.
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