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Emergenza lavoro
15.04.2025 - 16:25
Domani sarà una giornata di sciopero per i lavoratori dello stabilimento Versalis di Porto Marghera. Otto ore di stop per ogni turno, per chiedere attenzione e risposte su un futuro che, a due anni dalla chiusura dell’impianto Cracking, resta ancora avvolto nell’incertezza. “Urliamo forte che esistiamo anche noi – dichiarano le Rsu dello stabilimento insieme alle segreterie provinciali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil – la chiusura del 2022 non ci ha cancellati, ma il problema Marghera non è stato risolto”.
La protesta nasce dalla totale assenza di Porto Marghera nei tavoli ministeriali dedicati alla riconversione industriale. “Ci chiediamo dove siano finiti il Governo, la Regione e il Comune – accusano i sindacati – avevano avallato la chiusura con la promessa di nuovi investimenti. Oggi, di questo sito, non si parla più. È come se non esistesse una vertenza aperta, come se i lavoratori non avessero diritto a un futuro chiaro”.
Il punto critico è proprio questo: l’assenza di un piano industriale certo e condiviso. “I lavoratori hanno diritto a sapere cosa ne sarà del loro posto di lavoro. E questo può avvenire solo con un confronto vero tra l’azienda e il sindacato che li rappresenta”, sottolineano le Rsu, chiedendo un incontro urgente con il vertice di Eni.
Non basta, secondo le sigle sindacali, l’inaugurazione del nuovo impianto di riciclo meccanico della plastica, presentato il 25 marzo dai vertici di Versalis. “Quel momento – spiegano – avrebbe dovuto rappresentare una svolta nella riconversione del polo industriale. Invece ha messo in luce ritardi e promesse non mantenute. L’investimento è arrivato con un anno di ritardo, mentre altri progetti sono ancora fermi allo studio o sono stati cancellati del tutto, come quello sull’impianto Ipa”.
Tra gli esempi più emblematici c’è il progetto MCC, pensato per riassorbire parte degli esuberi. “Dopo due anni – concludono i rappresentanti dei lavoratori – non solo non è stato completato l’organico, ma non è mai iniziata nemmeno la formazione del personale. Eni continua a mostrarsi un interlocutore poco credibile, promuovendo piani ambiziosi che poi rimangono sulla carta”.
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