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Riabilitazione a domicilio

A Lamon la riabilitazione si fa in casa grazie alla realtà virtuale

Inaugurato il nuovo sistema di teleriabilitazione all’ospedale di Lamon. Lanzarin: “Tecnologia all’avanguardia per rispondere alla carenza di personale sanitario”

L'assessore Lanzarin al taglio del nastro

L'assessore Lanzarin al taglio del nastro

Una sanità che guarda al futuro, senza perdere il contatto umano. È stata inaugurata oggi, all’Ospedale Riabilitativo di Lamon, in provincia di Belluno, una nuova piattaforma di teleriabilitazione avanzata, che consente ai pazienti di proseguire la fisioterapia direttamente da casa, grazie a dispositivi interattivi, realtà virtuale e collegamenti audio-video con gli operatori sanitari.

A tagliare il nastro è stata Manuela Lanzarin, Assessore regionale alla Sanità, affiancata da numerose autorità locali: il direttore generale dell’Ulss Dolomiti Giuseppe Dal Ben, il sindaco di Lamon Loris Maccagnan, e Dario Bond, Presidente del Comitato Paritetico per i Fondi delle Aree di Confine, tra gli altri.

“Siamo al top – ha dichiarato Lanzarin – con tecnologie che integrano la realtà virtuale nella riabilitazione tradizionale, in un’area montana strategica anche in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026”.

Il sistema, realizzato con un investimento di 169 mila euro, cofinanziato dai fondi per le aree di confine, prevede una dotazione tecnologica all’avanguardia: una piattaforma di forza, una telecamera 3D, e uno specchio digitale in grado di analizzare i movimenti del paziente in tempo reale. Dopo una prima fase di trattamento in ospedale, i pazienti ricevono un terminale per proseguire le terapie da remoto, con istruzioni visive e feedback automatici sulla corretta esecuzione degli esercizi.

L’Ospedale di Lamon, riconosciuto centro riabilitativo di riferimento dal 2019, ha registrato nel 2024 566 ricoveri (il 16,6% da altre Ulss) e oltre 14 mila visite specialistiche, contribuendo significativamente a ridurre le liste d’attesa.

“La crescita tecnologica – ha aggiunto Lanzarin – è andata di pari passo con la collaborazione con l’Azienda Ospedale Università di Padova guidata dal professor Stefano Masiero, e con un lavoro di rete che ha dato frutti concreti. Grazie anche a chi ha saputo investire con visione sulla sanità di montagna”.

Un pensiero infine al personale sanitario, cui l’assessore ha rivolto parole di riconoscenza:

“La tecnologia da sola non basta: serve il cuore, la passione e la professionalità delle persone”.

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