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Conclave
07.05.2025 - 12:19
Mentre la Chiesa cattolica si prepara a uno dei momenti più solenni della sua storia, il Nord Est italiano si ritrova al centro del prossimo conclave. Sono 135 i cardinali elettori chiamati a scegliere il nuovo Pontefice, e tra loro spiccano diversi nomi di origine veneta, con Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano e figura chiave del pontificato di Francesco, tra i candidati più accreditati.
Dei 135 cardinali aventi diritto al voto, 108 sono stati creati da Papa Francesco, il che lascia prevedere una forte impronta “bergogliana” nella scelta del nuovo Papa. Il quorum richiesto per l’elezione è fissato a 90 voti, i due terzi dell’assemblea.
L’Italia, con 17 cardinali presenti, è la nazione più rappresentata. In questo gruppo spiccano i nomi di Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, e del vicentino Pietro Parolin, entrambi indicati come “papabili” dai vaticanisti.
Tra i cinque cardinali veneti, quattro prenderanno parte al Conclave in quanto sotto gli 80 anni:
Pietro Parolin, 70 anni, nato a Schiavon, figura di equilibrio tra le istanze riformatrici e quelle più conservatrici della Chiesa;
Claudio Gugerotti, veronese, 70 anni anche lui, esperto di Oriente e capo del Dicastero per le Chiese orientali;
Mario Zenari, anch’egli veronese ma escluso per età (classe 1946);
Fabio Baggio, 60 anni, scalabriniano originario di Bassano del Grappa, stimato per il suo impegno sul fronte delle migrazioni.
Parolin, già nunzio in Nigeria e Venezuela, è considerato il braccio destro di Papa Francesco. Nominato a soli 59 anni alla Segreteria di Stato, il cardinale vicentino mantiene uno stile discreto ma influente. La sua elezione potrebbe rappresentare una continuità nella linea pastorale, pur con una capacità di dialogo anche con le correnti più tradizionali della Chiesa.
Studioso raffinato e poliglotta (parla, tra le altre, greco, russo, armeno, persiano), Gugerotti ha dedicato la sua carriera al dialogo tra la Chiesa cattolica e le comunità cristiane orientali, ricoprendo incarichi diplomatici in Georgia, Armenia, Bielorussia e Gran Bretagna.
Il conclave si aprirà con la messa nella Basilica di San Pietro, poi i cardinali si ritireranno nella Cappella Sistina, dove si consumerà il rito antico e riservatissimo. Dopo il celebre “extra omnes”, che segna l’uscita di tutti gli estranei, inizieranno le votazioni, con quattro turni al giorno. Le schede vengono lette, bucate, raccolte e bruciate: fumo nero in caso di nulla di fatto, fumo bianco per annunciare l’elezione.
Oltre a Parolin e Zuppi, circolano i nomi del patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, dell’ungherese Peter Erdo, del francese Jean-Marc Aveline, dell’olandese Willem Eijk, del filippino Luis Tagle e del congolese Fridolin Ambongo Besungu. Da non sottovalutare anche l’ipotesi latinoamericana con il brasiliano Leonardo Ulrich Steiner.
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