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25 aprile
25.04.2025 - 15:20
"Cari concittadini, autorità civili e militari,
oggi non è solo un giorno di celebrazione: è un giorno di memoria, di riconoscenza, ma anche di responsabilità.
Ricorre oggi l’80° anniversario della Liberazione. Ottant’anni dal giorno in cui l’Italia scelse di rinascere, di uscire dall’incubo della guerra e dell’oppressione del nazi-fascismo per rimettersi in cammino verso la democrazia, la libertà, la dignità. Celebriamo la fine del secondo conflitto mondiale, ma anche l’inizio di una nuova stagione, fatta di speranza, di ricostruzione.
La forza, pur nelle diversità, è quella di camminare insieme, di darsi degli obiettivi, di rispettare i valori della Costituzione basati sulla pace, sull’unità, sulla solidarietà e sull’aiuto. Penso che, dopo 80 anni, questi siano ancora valori saldi e fondanti.
Quando l’altro giorno pensavo a che tipo di intervento fare, mi sono chiesto: che cosa dobbiamo noi lasciare per i prossimi 80 anni? Noi abbiamo avuto la fortuna di avere dei testimoni di quell’epoca — purtroppo oggi gran parte di loro sono andati avanti — che ci hanno lasciato importanti testimonianze. Ognuno di noi, attraverso la storia dei propri nonni piuttosto che dei propri genitori, ha saputo tramandare questa importante storia. Se penso a me stesso, io rappresento la terza generazione e ho ancora oggi dei ricordi.
Ricordo bene la figura di mio nonno, deportato in campo di concentramento. Era un semplice contadino, ma ogni 25 aprile si vestiva a festa e diceva ai suoi figli: "Il 25 aprile pensate voi alle bestie, perché per me è giorno di festa, il più importante dell’anno." Questo perché aveva conosciuto la sofferenza, la guerra, una guerra che non ha mai voluto raccontare, e quello che ha vissuto in quegli anni se lo è portato nella tomba. Tuttavia, ci ha sempre trasmesso dei messaggi importanti: abbiate sempre rispetto per coloro che hanno perso la vita, abbiate sempre rispetto per coloro che vi hanno dato la libertà e per quello che oggi voi avete.
La libertà non è qualcosa di scontato, e ancora oggi noi lo vediamo. Lo vediamo attraverso quello che accade a livello internazionale, ai confini con l’Europa. La pace sembra qualcosa di scontato, ma non lo è, soprattutto in questo difficile momento a livello internazionale, dove i conflitti non diminuiscono, ma anzi continuano.
Pensando ai prossimi 80 anni e a quello che possiamo fare, come società, come padri, come insegnanti, genitori e cittadini, in una società come la nostra dobbiamo prenderci l’impegno di trasmettere valori ai nostri figli. Se oggi guardiamo a questa sala, su una città di oltre 40 mila abitanti, ce ne sono ben pochi, soprattutto se pensiamo alle giovani generazioni. Prima, in piazza, mi ha fatto piacere vedere più di qualche famiglia che ha accompagnato i propri figli. Queste sono le cose semplici che dobbiamo aver la forza di trasmettere, altrimenti un Paese che per 80 anni ha mantenuto un tale livello di civiltà rischia di perdersi. Dobbiamo avere la capacità di insegnare determinati valori ai nostri figli.
Non sono valori di parte. Prima lo si diceva: questo è un Paese che troppo spesso cerca la polemica. Il 25 aprile, il Giorno della Memoria, il Giorno del Ricordo: spesso, purtroppo, sono giornate in cui interviene lo scontro politico. Penso che il periodo dello scambio di accuse tra fascisti e comunisti sia ormai superato. Sono questioni che appartengono al passato; la storia va letta per quello che è stata, e certe ideologie sono fuori luogo e fuori tempo.
Abbiamo la fortuna di avere una società solida e dobbiamo fare di tutto per mantenerla tale, insegnando la storia alle future generazioni, non raccontando una storia di parte, ma raccontando i fatti accaduti.
Ci tengo a ringraziarvi tutti, in primis il Prefetto che ha voluto onorare Bassano del Grappa per quello che rappresenta. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che siamo, ma soprattutto dobbiamo guardare con spirito costruttivo al futuro della nostra società. In 80 anni abbiamo fatto molto: penso all’Europa, che pur nei difetti ci garantisce una forza e una crescita che ci permettono di difendere i nostri valori. Questo deve essere la linea guida per noi amministratori e per tutti i cittadini in una comunità come la nostra.
Saluto e ringrazio le associazioni presenti, in particolare il Comitato Celebrazioni Civili della città, che molto fa e farà per la nostra comunità. Ringrazio il collega Sindaco di Solagna, Stefano Bertoncello, e l’assessore di Pove del Grappa, Angelo Feninno. Grazie anche al Professore Ferdinando Offelli, che terrà l’orazione ufficiale.
Vi auguro una buona Festa della Liberazione, buon 25 aprile e, da veneti, anche buon San Marco.
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