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Feste e ponti riducono i giorni lavorativi: nel 2025 sfumano 12 miliardi di Pil

La Cgia di Mestre lancia l’allarme

Feste e ponti riducono i giorni lavorativi: nel 2025 sfumano 12 miliardi di Pil

Venezia, turismo

Tra vacanze pasquali, ponti primaverili e festività distribuite lungo il calendario, il 2025 porterà agli italiani due giornate lavorative in meno rispetto all’anno precedente. E il conto, secondo la Cgia di Mestre, rischia di essere tutt’altro che leggero: si stimano 12 miliardi di euro di Pil potenzialmente persi, ovvero l’equivalente economico di un possibile scenario di dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti.

Basandosi su dati Prometeia e Istat, l’Ufficio Studi della Cgia ha calcolato che il Pil nazionale si attesterà intorno ai 2.244 miliardi di euro, generando un reddito quotidiano di oltre 6 miliardi di euro. Tradotto su scala individuale, ogni italiano — bambini e pensionati inclusi — contribuisce in media a 104 euro al giorno, cifra che lievita a quasi 185 euro a Milano, la provincia con il più alto contributo pro capite, seguita da Bolzano, Bologna e Roma.

Italia stakanovista, ma penalizzata dai calendari

Nonostante questi dati, l’Italia si conferma tra i paesi europei con il maggior numero di ore lavorate: 1.734 ore annue per occupato, secondo i dati Ocse, un numero superato solo da Grecia, Polonia, Repubblica Ceca ed Estonia. In confronto, Francia e Germania si fermano rispettivamente a 1.500 e 1.343 ore.

Il paradosso, sottolinea la Cgia, è che tra metà aprile e l’inizio di maggio molte attività rallentano drasticamente: fabbriche, uffici e magazzini chiudono o funzionano a regime ridotto, mentre soltanto il comparto turistico mostra un’intensificazione dell’attività.

Non è la prima volta che il problema finisce sul tavolo del legislatore. Già nel 1977 si era intervenuti per eliminare alcune ricorrenze religiose dal calendario lavorativo, ma i tentativi di razionalizzare le festività da parte dei governi Berlusconi (2004 e 2011) e Monti (2012) sono rimasti senza esito.

Una settimana in più di lavoro? Vale 22 miliardi

Secondo l’analisi della Cgia, recuperare una sola settimana lavorativa in più all’anno significherebbe un punto percentuale di Pil in più, circa 22 miliardi di euro: una cifra che potrebbe fare la differenza in un momento di rallentamento economico globale.

Nel dibattito tra produttività ed equilibrio vita-lavoro, il calendario resta un elemento cruciale. E mentre si moltiplicano le proposte per la settimana corta, l’Italia continua a interrogarsi su quanto possano costare — in termini economici — i giorni di festa.

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