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Cannabis light
03.05.2025 - 11:45
L'eurodeputata Cristina Guarda
«Criminalizzare la cannabis light e mettere fuori legge un intero settore è inaccettabile». È netta la posizione di Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi e vicepresidente della commissione Petizioni del Parlamento Europeo, sul decreto Sicurezza approvato dal governo Meloni. Una posizione che – sottolinea l’esponente ecologista – sta creando tensioni anche all'interno della stessa maggioranza di centrodestra.
Secondo Guarda, il provvedimento rischia di colpire duramente la filiera della canapa industriale, un comparto in crescita con circa 3 mila imprese attive e oltre 30 mila addetti, molti dei quali giovani. «Le norme repressive vanno cancellate in fase di conversione – afferma –. Perfino all’interno della destra qualcuno ha capito che si tratta di una misura sbagliata: la Lega e Forza Italia, attraverso i loro rappresentanti locali e anche a livello europeo, hanno espresso forti perplessità».
Non solo: il decreto è finito anche sotto la lente di Bruxelles. La commissione Petizioni ha inviato una richiesta ufficiale di chiarimenti al governo italiano, che ora dovrà fornire una risposta entro 90 giorni. La petizione a difesa del settore canapicolo, presentata dagli operatori italiani, ha trovato sostegno trasversale in Europa, arrivando ad essere sottoscritta non solo dai Verdi, ma anche da esponenti del Partito Popolare Europeo, dei Socialisti e della Sinistra.
Ma il malcontento serpeggia anche sul territorio nazionale. «Tutte le Regioni, compreso il Veneto governato dalla Lega, hanno preso le distanze dal decreto – evidenzia Guarda –. È un segnale chiaro di quanto sia fragile e contraddittoria la linea della maggioranza: da una parte votano norme repressive, dall’altra, sul territorio, chiedono di tutelare le imprese colpite. Speriamo che non si tratti dell’ennesimo teatrino politico, ma che si arrivi davvero a modificare il testo durante la sua conversione in legge».
Guarda conclude con un appello forte: «Non possiamo accettare che la destra giochi sulla pelle di migliaia di lavoratori. Il settore della canapa industriale rappresenta un modello di agricoltura innovativa e sostenibile: va supportato, non ostacolato».
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