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I Verdi sulla cannabis light: le norme europee potrebbero fermare il Decreto Sicurezza

Roma avrebbe omesso la notifica obbligatoria a Bruxelles, aprendo un varco legale che potrebbe salvare il settore

Cristina Guarda, eurodeputata di Europa Verde

Cristina Guarda, eurodeputata di Europa Verde

Un passo falso che potrebbe costare caro al governo Meloni: il discusso divieto alla cannabis light contenuto nel decreto Sicurezza rischia infatti di essere disapplicato dai giudici per un errore procedurale. La denuncia arriva dall’eurodeputata dei Verdi, Cristina Guarda, che accusa l’esecutivo di “fretta repressiva” e di aver dimenticato un passaggio fondamentale: la notifica dell’articolo 18 alla Commissione Europea, come previsto dalla Direttiva 2015/1535.

"La fretta è cattiva consigliera – dichiara Guarda – e in questo caso ha portato il governo a ignorare il Parlamento e a trascurare le regole europee. È probabile che lo stop alla cannabis light venga disapplicato proprio per questa clamorosa dimenticanza". La questione è stata rilanciata dal Fatto Quotidiano e riguarda anche il cosiddetto decreto Schillaci, mai notificato a Bruxelles.

La vicenda ha radici nelle iniziative promosse dall’Associazione Nazionale Canapa Sativa, che con l’attivista Mattia Cusani ha presentato una petizione al Parlamento europeo denunciando diverse violazioni del diritto comunitario. “Già ad aprile la commissione Petizioni – ricorda Guarda, che ne è vicepresidente – ha inviato una lettera di reclamo formale al governo italiano”.

Oggi il mancato adempimento apre un varco legale per il settore della canapa industriale, che rischiava la paralisi. “Si tratta di 3 mila imprese e 30 mila lavoratori che possono tirare un sospiro di sollievo. La canapa rappresenta un comparto strategico, dove molti giovani hanno investito e innovato l’agricoltura italiana. Questo stop forzato non doveva nemmeno iniziare”, afferma Guarda.

L’eurodeputata assicura che continuerà la sua battaglia “per la corretta applicazione delle norme europee e per valorizzare le eccellenze italiane”. Nel frattempo, il governo dovrà fare i conti con un fronte legale e politico sempre più agguerrito.

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