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Sicurezza sul lavoro
06.05.2025 - 17:50
Mappa degli incidenti mortali di Padova, Vicenza e Venezia
Nonostante questi numeri preoccupanti, la regione si posiziona in zona gialla nella mappatura dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre, con un’incidenza di mortalità inferiore alla media nazionale. Ma la lettura dei dati aggiornati a marzo 2025 rivela gravi criticità, in particolare nei territori di Venezia, Vicenza e Padova.
«Il sistema sicurezza sul lavoro in Veneto mostra evidenti fragilità – commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio –. Se da un lato si registra un calo dell’incidenza rispetto al primo bimestre, dall’altro le proiezioni continuano a preoccupare.»
A livello provinciale, Venezia è in zona rossa con un indice di incidenza di 10,9 morti per milione di occupati, ben al di sopra della media nazionale (6,3). Seguono Vicenza (7,7) e Padova (6,7) in zona arancione. Più rassicuranti le situazioni di Verona (4,6), Treviso (2,5), Belluno e Rovigo, dove non si registrano decessi.
Il dettaglio degli infortuni mortali conferma Padova come la provincia più colpita, con sei vittime totali, seguita da Venezia e Vicenza (cinque ciascuna), Verona (quattro) e Treviso (una). Venezia si distingue anche per il maggior numero di decessi in occasione di lavoro (quattro).
Le denunce complessive di infortunio sono in lieve aumento: 17.219 nei primi tre mesi del 2025, contro le 17.195 del 2024. Padova detiene il primato anche in questa classifica con 3.446 denunce, seguita da Verona, Vicenza e Treviso.
Tra i settori più colpiti si confermano le Attività Manifatturiere, con 2.917 denunce, seguite da Edilizia (997), Commercio (834), Trasporti e Magazzinaggio (808) e Sanità (755).
Dal punto di vista demografico, gli uomini restano i più colpiti: 11.367 denunce contro le 5.852 delle donne. Due le vittime femminili registrate. Allarmante la situazione dei lavoratori stranieri: rappresentano oltre il 50% dei deceduti (11 su 21), sei dei quali deceduti sul luogo di lavoro.
L’incidenza degli infortuni – ovvero il numero di morti per milione di occupati – resta uno strumento fondamentale per confrontare il fenomeno tra aree diverse. Ed è alla base della classificazione cromatica adottata dall’Osservatorio: dal bianco (rischio molto basso) al rosso (rischio molto alto).
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