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Salute e letteratura

"Con Ali di Carta", al via la terza edizione del concorso indetto dalla Pediatria di Verona

Un concorso che raccoglie oltre 500 elaborati e premia 55 vincitori, dalla scrittura all'arte visiva, per un'umanizzazione delle cure attraverso la narrativa

La dottoressa Brugnara

La dottoressa Brugnara

Il concorso “Con Ali di Carta”, ideato e realizzato dalla dottoressa Milena Brugnara, ha festeggiato il suo terzo anno di attività con una cerimonia di premiazione che ha incantato una platea numerosa al Teatro Ristori di Verona. Un evento che ha visto protagonista la creatività dei bambini e degli adolescenti, che con racconti, poesie, disegni e fumetti hanno raccontato sogni e speranze, illuminando il buio della notte con le loro opere. Un viaggio simbolico che ha toccato i cuori dei presenti e che ha rappresentato un momento di grande emozione per i giovani autori, i loro insegnanti, e tutti i collaboratori del progetto.

L’edizione 2025 del concorso, dal titolo evocativo “Oltre il buio della notte: pescatori di sogni sotto un cielo di stelle”, ha visto la partecipazione di ben 500 elaborati provenienti da diverse scuole e ospedali, non solo di Verona ma anche di altre regioni d’Italia, tra cui Napoli, Roma e Venezia. Un numero che testimonia il crescente interesse per l’iniziativa, nata con l'intento di utilizzare la narrazione come strumento di cura per i piccoli pazienti e per i giovani coinvolti, offrendo loro uno spazio in cui potersi esprimere liberamente. La giuria, composta da esperti del mondo dell’arte e della scrittura, ha selezionato 55 vincitori, suddivisi nelle tre categorie d’età: “Colibrì” (3-6 anni), “Pettirossi” (7-12 anni) e “Gabbiani” (13-18 anni).

La selezione degli elaborati ha visto un'importante divisione tra la sezione artistica e quella letteraria, con un team di esperti che ha valutato disegni, fumetti, racconti e poesie. Tra i premiati della categoria "Colibrì", spiccano Ginevra Grimaldi e Chiara Cascone, rispettivamente prima e seconda con il loro lavoro "Principi e Principesse" e "Voglio andare sulla luna". Tra i "Pettirossi", il primo posto per i racconti è stato vinto da Aurora Castagna con "Il mio sogno", mentre nella sezione disegni, Giovanni Pepe di Napoli ha conquistato il primo posto con "Un sogno diventa realtà". Per i più grandi, nella categoria "Gabbiani", è risultata vincitrice la poesia "Le nebbie di Venezia" di Asia Verze, proveniente dalla scuola in ospedale AOU di Verona.

"Con Ali di Carta" non è solo un concorso letterario e artistico, ma un vero e proprio progetto di umanizzazione delle cure, che si è esteso anche fuori dal perimetro ospedaliero. Oltre alla premiazione, sono stati organizzati eventi e laboratori che hanno coinvolto bambini e adolescenti, stimolando la loro creatività attraverso la scrittura e l'arte. Questo approccio ha permesso ai partecipanti di esplorare il potere della narrazione come forma di espressione e cura, favorendo il dialogo e l’ascolto. La dottoressa Brugnara, ideatrice del progetto, ha sottolineato l’importanza di creare un “circolo virtuoso” che ha abbracciato scuole e ospedali, portando la medicina narrativa al centro dell’esperienza terapeutica.

Durante la cerimonia di premiazione, la dottoressa Annapaola Raccosta, consulente organizzativo, ha parlato dell’importanza di mettere al centro del processo di cura il benessere psicologico e emotivo dei pazienti. Un concetto che è stato condiviso anche dal direttore sanitario dell’AOU, Matilde Carlucci, e dal professor Giorgio Piacentini, direttore della UOC di Pediatria C, che hanno sottolineato come la medicina narrativa arricchisca il rapporto tra medico e paziente. Un’umanizzazione che non si limita a trattare la malattia, ma che cerca di restituire ai giovani pazienti la possibilità di esprimersi e di sognare.

La cerimonia si è conclusa con l'annuncio del tema per l’edizione 2026, che promette di continuare a stimolare la creatività e l’emotività dei giovani partecipanti. Un progetto che, anno dopo anno, cresce e si arricchisce, non solo con il coinvolgimento di nuovi ospedali e scuole, ma anche con il supporto di realtà locali e nazionali che credono nella forza della narrazione come strumento di cura.

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