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Battaglia legale

La maestra di OnlyFans diventa imprenditrice e prepara una battaglia legale

Elena Maraga apre una società per gestire il suo successo online e prepara una serie di azioni legali contro scuola, utenti e genitori dopo il licenziamento per giusta causa

Elena Maraga

Elena Maraga

La vicenda di Elena Maraga, la 29enne maestra licenziata da un asilo parrocchiale di Maserada (Treviso) per la sua attività su OnlyFans, continua a far discutere. Dopo lo scandalo che l'ha travolta e che ha fatto il giro dei social e delle testate nazionali, l’ex insegnante si è reinventata imprenditrice.

Come riporta Il Gazzettino, Maraga ha recentemente fondato una società a responsabilità limitata semplificata, battezzata “Elemara”. L’impresa sarà il contenitore ufficiale dei proventi derivanti dalla sua attività sulla nota piattaforma per contenuti a pagamento, dove conta attualmente 1.800 abbonati. La società servirà anche da strumento per gestire future collaborazioni con agenzie interessate alla sua immagine.

Secondo quanto riferito dalla stessa Maraga, solo nel primo mese successivo allo scoppio del caso avrebbe guadagnato circa 30.000 euro. Ma il percorso dell’ex maestra non si limita alla sfera economica: sul fronte legale, la battaglia è appena cominciata.

L’asilo parrocchiale ha confermato il licenziamento con una seconda comunicazione formale, ribadendo la "giusta causa" e ventilando l’ipotesi di una causa per le dichiarazioni pubbliche rilasciate dalla donna. Maraga ha risposto impugnando il licenziamento e si dice pronta ad affrontare l’istituto in tribunale, qualora non si raggiungesse un accordo extragiudiziale: pare che la sua richiesta per chiudere la vicenda ammonti a 70.000 euro di buonuscita.

Nel frattempo, la neoimprenditrice annuncia anche altre iniziative legali. Intende denunciare il padre di un suo ex alunno, che si sarebbe abbonato al suo profilo OnlyFans e avrebbe poi diffuso senza permesso alcune sue foto coperte da copyright. Non solo: sarebbero già al vaglio dei suoi legali le azioni da intraprendere contro gli autori degli insulti e delle offese ricevute attraverso i social dopo l’esplosione mediatica del caso.

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