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Crisi sanitaria

L'allarme del PD: sanità veneta in fuga

Centinaia di pazienti veronesi curati in Trentino

Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico

Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico

La sanità veronese perde pazienti a vantaggio del Trentino. A denunciarlo è Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio veneto, che ha reso noti i dati ufficiali ottenuti tramite accesso agli atti: nel solo 2023 sono stati 424 i cittadini veronesi che si sono rivolti all’ospedale di Arco, in provincia di Trento, per interventi ortopedici e percorsi riabilitativi. Nei primi nove mesi del 2024, il numero ha già raggiunto quota 285.

Secondo Bigon, questi numeri certificano una grave lacuna nell’offerta sanitaria locale: “Ci troviamo di fronte a un flusso costante e significativo di pazienti che si spostano fuori regione per ricevere cure. È evidente che il nostro territorio non è in grado di rispondere pienamente alla domanda, e questo va in netto contrasto con l’immagine di un Veneto attrattivo sul piano sanitario”.

Il caso più emblematico, sottolinea la consigliera, riguarda l’ospedale di Malcesine, dove risulta attivata solo la metà dei posti letto previsti per la riabilitazione: 25 su 50. “Alla luce di questi dati, non si può più giustificare questa gestione parziale delle risorse – afferma –. Il rischio è quello di un vero e proprio smantellamento, mascherato da razionalizzazione”.

Bigon annuncia inoltre che le verifiche proseguiranno con un’analisi dei flussi verso gli ospedali lombardi, in particolare Mantova, anch’esso meta di numerosi pazienti veneti. “Sono tante le segnalazioni che riceviamo – conclude – e il quadro che emerge è quello di una mobilità passiva preoccupante. Bene l’istituzione del tavolo di lavoro, ma ora servono risorse immediate e scelte concrete per rimettere al centro i bisogni dei cittadini”.

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