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Crisi economica

L'inflazione "invisibile" svuota i carrelli: i padovani tirano il freno ai consumi

Secondo Ascom Padova, la distanza tra dati ufficiali e vita reale cresce

L'inflazione "invisibile" svuota i carrelli: i padovani tirano il freno ai consumi

Foto di repertorio

Sulla carta, l’inflazione sembra sotto controllo. Ma basta fare la spesa o prenotare una cena fuori per accorgersi che la realtà è un’altra. A Padova, come nel resto d’Italia, è la “percezione” a guidare i consumi – e a bloccarli. I numeri lo confermano: l’inflazione reale si ferma al 2%, ma quella sentita sfiora il 10%. Il risultato? Portafogli chiusi e carrelli sempre più leggeri.

A dare voce a questo disagio diffuso è Ascom Confcommercio Padova, che lancia l’allarme basandosi sui dati raccolti tra i suoi associati e su un’indagine condotta da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore. A marzo i consumi, rispetto al mese precedente, sono calati dello 0,5%, in un contesto dove i costi per le imprese continuano a crescere e i margini si assottigliano.

 Si spende meno nei ristoranti (lo ammette il 51% degli intervistati), si riducono le vacanze a semplici gite (48%), si tagliano persino le visite mediche (22%) e gli svaghi culturali (18%).

Il calo si riflette anche negli scaffali dei supermercati: via il pesce (-36%), in calo vino, birra, confetture, carne rossa, cioccolato. Anche zucchero e succhi subiscono una contrazione. Non si tratta solo di disponibilità economica, ma di una diffusa insicurezza sul futuro: il 61% degli intervistati giudica il proprio reddito insufficiente, mentre il 70% non crede che gli aiuti governativi siano una soluzione efficace contro il caro vita.

L’effetto è ancora più evidente tra le donne e gli anziani, più sensibili alla pressione inflattiva: nei settori dell’abbigliamento e delle calzature, ad esempio, l’inflazione percepita dalle donne arriva all’11,3%, contro il 7,9% degli uomini.

Il paradosso più evidente arriva però dalla tecnologia: i prezzi reali scendono (-4,7%), ma i consumatori sono convinti del contrario, con un’inflazione percepita in aumento del 5,9%.

I segnali non sono incoraggianti: solo un cittadino su quattro pensa di poter mantenere lo stile di vita attuale, mentre il 46% prevede tagli inevitabili se la situazione non cambia.

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