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Istituto minorile di Treviso verso la chiusura: il DGMC risponde alle accuse dei Radicali

Il nuovo istituto di Rovigo aprirà entro dicembre 2025

Istituto minorile di Treviso verso la chiusura: il DGMC risponde alle accuse dei Radicali

Foto di repertorio

Dopo la visita all’Istituto Penale per i Minorenni (Ipm) di Treviso da parte di alcuni rappresentanti del Partito Radicale, che hanno denunciato pubblicamente condizioni gravemente critiche e preannunciato un esposto contro il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario Andrea Ostellari, è arrivata la replica del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC).

Il capo del Dipartimento, Antonio Sangermano, ha fatto sapere che la situazione dell’istituto trevigiano è monitorata da tempo e che sono già state adottate misure concrete per contenere il sovraffollamento, con una riduzione del numero dei detenuti da 29 a 20. Una cifra ancora superiore alla capienza, ha precisato, ma che rappresenta un miglioramento significativo, soprattutto in un contesto aggravato dall’incremento di minori stranieri non accompagnati, i quali costituiscono attualmente quasi la metà della popolazione detenuta nei carceri minorili.

Sangermano ha inoltre riferito che la chiusura dell’Ipm di Treviso è già stata programmata per dicembre 2025, in coincidenza con l’apertura del nuovo istituto di Rovigo, la cui realizzazione sarebbe ormai in fase avanzata. Contestualmente, sarebbe stato rafforzato il personale educativo, con l’inserimento di nuovi funzionari, e rinnovati i vertici, con la nomina di un nuovo direttore e di un nuovo comandante.

Il Dipartimento ha anche ribadito che in Veneto, come in altre regioni italiane, sono in corso le procedure per l’apertura di nuove comunità socio-terapeutiche, considerate una delle priorità operative, in linea con gli indirizzi politici impartiti dal ministro Nordio e dal sottosegretario Ostellari.

Sangermano ha inoltre chiarito che la competenza sulla gestione dell’Ipm di Treviso non ricade direttamente sul ministro o sul sottosegretario, ma sui ruoli amministrativi preposti, tra cui lo stesso Dipartimento. Ha aggiunto che la magistratura di sorveglianza effettua regolarmente visite all’interno dell’istituto, come previsto per legge, e che le dichiarazioni rilasciate dagli esponenti Radicali non corrisponderebbero a quanto riscontrato ufficialmente.

In conclusione, secondo il DGMC, i dati in possesso del Dipartimento smentirebbero la versione diffusa dai Radicali, poiché non terrebbero conto delle misure già adottate per ridurre il sovraffollamento, potenziare le attività trattamentali e colmare le carenze di organico. 

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