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Polemica istituzionale

Bufera zone rosse, Camani attacca il Governo: "Scorciatoia repressiva"

La capogruppo Pd in Consiglio regionale: "Criminalizzano i quartieri invece di risolvere i problemi"

Vanessa Camani, Partito Democratico

Vanessa Camani, Partito Democratico

“Strumenti di propaganda che colpiscono i più fragili e non risolvono nulla”. Così Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto, definisce le cosiddette “zone rosse”, adottate in alcune città come misura contro il degrado urbano e la microcriminalità. Un modello, secondo l’esponente dem, non solo inefficace ma anche pericoloso, perché finisce per stigmatizzare intere aree cittadine e i loro abitanti.

“Vivere le città in sicurezza è un diritto – afferma Camani – e a Padova si è lavorato molto in questa direzione grazie all’impegno di istituzioni, residenti e associazioni. Ma non possiamo pensare che problemi complessi come povertà, esclusione sociale e insicurezza si risolvano con provvedimenti emergenziali e punitivi”.

Per la consigliera regionale, le “zone rosse” rappresentano una risposta mediatica più che concreta, utile a cavalcare la paura ma incapace di incidere sulle cause profonde del disagio. “Non servono a migliorare la qualità della vita nei quartieri – prosegue – ma rischiano di peggiorarla, trasformando in bersaglio chi già vive situazioni difficili. La sicurezza vera si costruisce nel tempo, con politiche strutturali”.

Da qui l’appello al governo: “Se davvero vuole sostenere le amministrazioni locali, aumenti le risorse per le forze dell’ordine, i presidi nei territori, e soprattutto gli interventi sociali per contrastare l’esclusione. Basta con la logica della ghettizzazione: serve una visione più giusta ed efficace per le nostre città”.

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