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Treviso, la città si muove ma i più fragili restano esposti: metà degli incidenti coinvolge pedoni e ciclisti

Al convegno “Treviso 2030” emergono i progressi del piano per la mobilità sostenibile

Treviso, la città si muove ma i più fragili restano esposti: metà degli incidenti coinvolge pedoni e ciclisti

Foto di repertorio

La mobilità a Treviso cambia volto, ma i dati ricordano che la sicurezza non è ancora per tutti. Nel corso del convegno “Il percorso delle città venete per la sostenibilità: Treviso 2030”, organizzato da INU Veneto a Palazzo Rinaldi, sono stati presentati i primi risultati del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS): meno traffico, più piste ciclabili e zone 30, ma resta alta l’attenzione su pedoni e ciclisti, che rappresentano il 50% delle persone coinvolte negli incidenti stradali del 2023.

Sicurezza in strada: gli interventi iniziano a dare frutti

Interventi mirati come riqualificazioni di incroci pericolosi, platee rialzate, mini-rotatorie e zone a velocità limitata stanno contribuendo a ridurre la frequenza e la gravità degli incidenti. Un esempio emblematico è l’incrocio tra via Battisti e via Filzi, dove gli incidenti con pedoni sono calati del 67%.

Ad oggi, il 36% delle strade urbane è stato trasformato in isole ambientali, e 135 chilometri di rete viaria sono soggetti al limite dei 30 km/h. Miglioramenti anche sulla fluidità dei percorsi pedonali e ciclabili, con tempi semaforici rivisti per ridurre l’attesa, specialmente attorno al PUT.

Più bici, meno auto: il bike sharing piace ai trevigiani

La rete di piste ciclabili è quasi raddoppiata, passando da 80 a 148 km. Ma il cambiamento passa anche dalla cultura: nuova segnaletica aiuta a orientarsi e stimola l’uso quotidiano della bicicletta. A segnare un punto di svolta è stato il servizio di bike sharing, introdotto nel giugno 2024: 13 mila utilizzi e 23 mila chilometri percorsi in sei mesi, grazie a 352 biciclette e 82 stazioni operative.

Vivere in una città più sostenibile

L’orizzonte della sostenibilità non si ferma alla mobilità. L’assessore all’urbanistica Andrea De Checchi ha sottolineato la necessità di un nuovo modello abitativo che sappia rispondere alle esigenze del ceto medio, integrando incentivi e pianificazione condivisa tra pubblico e privato.

Sul fronte dell’edilizia pubblica, Ater Treviso ha avviato la realizzazione dei primi 32 alloggi a Monigo e un ambizioso progetto di riqualificazione a San Liberale, dove 88 alloggi saranno sostituiti da 136 nuove abitazioni sostenibili in un mix tra edilizia pubblica e social housing privato.

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