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Damiano risponde a Martini: «Petizione inammissibile, rispetto delle regole prima di tutto»

La Presidente del Consiglio comunale chiarisce i motivi tecnici dietro il rigetto della petizione popolare sulla revoca del Sindaco Brugnaro

a Presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano

a Presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano

La Presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, ha risposto con fermezza alle accuse mosse dal Consigliere Giovanni Andrea Martini riguardo alla petizione popolare dichiarata inammissibile lo scorso aprile. In una dichiarazione pubblica, Damiano ha ribadito l’importanza del rispetto delle norme democratiche e delle procedure previste dalla legge per affrontare temi delicati come la revoca del mandato del Sindaco.

Secondo quanto previsto dall’articolo 52 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), la sfiducia nei confronti del Sindaco può essere avanzata solo tramite una mozione motivata sottoscritta dalla maggioranza assoluta dei consiglieri. Pertanto, ha spiegato Damiano, «non è legittimo che una petizione popolare possa sostituirsi a tale iter formale».

La decisione di inammissibilità, frutto di un’attenta valutazione tecnica degli uffici competenti, non ha alcuna finalità censorie, ma serve a garantire la conformità degli atti alle normative vigenti. Damiano ha inoltre criticato l’uso politico della petizione, ricordando che 1.200 firme, sebbene rappresentino un’opinione legittima, non possono essere messe sullo stesso piano del mandato popolare conferito a settembre 2020 da oltre 250.000 cittadini.

«Siamo a un anno dalle elezioni e certe polemiche rischiano di trasformarsi in una campagna elettorale permanente – ha sottolineato la Presidente –. È importante che il Consiglio comunale resti un luogo di confronto trasparente e rispettoso delle regole, evitando che il dibattito pubblico diventi un’arena di scontro improduttivo».

Infine, Damiano ha esortato tutti i rappresentanti istituzionali a tutelare non solo il diritto di espressione, ma anche la correttezza delle procedure, per salvaguardare la qualità della vita democratica all’interno del Comune.

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