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Investimento
22.05.2025 - 12:15
Foto di repertorio
Un investimento da 940.000 euro per ridare vita a uno degli elementi più caratteristici del paesaggio agordino: i muretti a secco della Valle Imperina. Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, in collaborazione con il Comune di Rivamonte Agordino e l’Unione Montana Agordina, ha approvato un importante progetto di recupero e restauro di queste strutture storiche, testimonianze della sapienza artigiana e della gestione millenaria del territorio montano.
L’iniziativa, finanziata grazie a fondi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, si inserisce all’interno di un programma nazionale volto alla tutela e valorizzazione dei muretti a secco presenti nei Parchi Nazionali italiani, oggi riconosciuti come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO.
Il sito minerario di Valle Imperina, un tempo cuore pulsante dell’attività estrattiva bellunese, è da anni al centro di un ambizioso piano di riqualificazione. Antichi forni fusori, edifici di servizio e una centralina idroelettrica sono già stati restaurati e destinati a nuovi usi: oggi ospitano un ostello, un ristorante e spazi visitabili aperti al pubblico. Più di recente, sono state rese accessibili alcune gallerie minerarie, arricchendo l’esperienza dei visitatori.
Il commissario del Parco, Ennio Vigne, sottolinea la portata dell’intervento:
«Quando il ministero ci ha chiesto di individuare un’area su cui investire, abbiamo pensato subito a Valle Imperina. Il restauro dei muri a secco è un passo fondamentale per completare il processo di valorizzazione di questo sito, oggi sempre più attrattivo grazie all’impegno congiunto delle istituzioni e dei gestori privati».
Oltre al significato materiale, l’intervento ha anche una forte valenza simbolica. I muretti a secco, elemento distintivo del paesaggio alpino, rappresentano un sapere antico che otto Paesi europei – tra cui l’Italia – hanno scelto di proteggere sotto l’egida dell’UNESCO. E proprio in Valle Imperina, dove il patrimonio culturale si fonde con quello naturale, il restauro assume un significato ancora più profondo.
Oltre al maxi-intervento da quasi un milione di euro, il Parco ha stanziato ulteriori 30.000 euro per lavori di manutenzione più puntuali: rifacimento di staccionate e piccole opere che saranno affidate al Comune di Rivamonte e all’Unione Montana.
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