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Valle Imperina, un milione per salvare i muretti a secco: il Parco investe nel patrimonio Unesco

Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi finanzia un progetto da quasi un milione di euro per il recupero delle murature a secco: un intervento strategico per la valorizzazione di un sito minerario di rilievo internazionale

Valle Imperina, un milione per salvare i muretti a secco: il Parco investe nel patrimonio Unesco

Foto di repertorio

Un investimento da 940.000 euro per ridare vita a uno degli elementi più caratteristici del paesaggio agordino: i muretti a secco della Valle Imperina. Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, in collaborazione con il Comune di Rivamonte Agordino e l’Unione Montana Agordina, ha approvato un importante progetto di recupero e restauro di queste strutture storiche, testimonianze della sapienza artigiana e della gestione millenaria del territorio montano.

L’iniziativa, finanziata grazie a fondi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, si inserisce all’interno di un programma nazionale volto alla tutela e valorizzazione dei muretti a secco presenti nei Parchi Nazionali italiani, oggi riconosciuti come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO.

Un sito storico che rinasce

Il sito minerario di Valle Imperina, un tempo cuore pulsante dell’attività estrattiva bellunese, è da anni al centro di un ambizioso piano di riqualificazione. Antichi forni fusori, edifici di servizio e una centralina idroelettrica sono già stati restaurati e destinati a nuovi usi: oggi ospitano un ostello, un ristorante e spazi visitabili aperti al pubblico. Più di recente, sono state rese accessibili alcune gallerie minerarie, arricchendo l’esperienza dei visitatori.

Il commissario del Parco, Ennio Vigne, sottolinea la portata dell’intervento:

«Quando il ministero ci ha chiesto di individuare un’area su cui investire, abbiamo pensato subito a Valle Imperina. Il restauro dei muri a secco è un passo fondamentale per completare il processo di valorizzazione di questo sito, oggi sempre più attrattivo grazie all’impegno congiunto delle istituzioni e dei gestori privati».

Un valore simbolico e culturale

Oltre al significato materiale, l’intervento ha anche una forte valenza simbolica. I muretti a secco, elemento distintivo del paesaggio alpino, rappresentano un sapere antico che otto Paesi europei – tra cui l’Italia – hanno scelto di proteggere sotto l’egida dell’UNESCO. E proprio in Valle Imperina, dove il patrimonio culturale si fonde con quello naturale, il restauro assume un significato ancora più profondo.

Oltre al maxi-intervento da quasi un milione di euro, il Parco ha stanziato ulteriori 30.000 euro per lavori di manutenzione più puntuali: rifacimento di staccionate e piccole opere che saranno affidate al Comune di Rivamonte e all’Unione Montana.

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