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Famiglie arcobaleno
22.05.2025 - 14:38
“Oggi è una giornata che entrerà nei libri di storia del diritto italiano”. Così la consigliera regionale Elena Ostanel, del movimento civico Il Veneto che Vogliamo, commenta con entusiasmo la decisione della Corte Costituzionale, che ha stabilito l’illegittimità di negare il riconoscimento di due genitori ai figli delle famiglie omogenitoriali. Una sentenza destinata a lasciare un segno profondo nell’ordinamento e nel dibattito pubblico.
“È incostituzionale – scrivono i giudici – privare bambine e bambini del diritto di avere entrambi i genitori riconosciuti dallo Stato”. Un principio semplice, ma finora negato in molti Comuni italiani, soprattutto dopo i recenti orientamenti restrittivi in tema di trascrizione degli atti di nascita di minori nati da coppie dello stesso sesso.
Ostanel sottolinea il valore politico e umano della pronuncia:
“Le parole della Consulta sono un faro di civiltà. Mettono al centro non un’ideologia, ma il bene superiore dei minori. Lo Stato deve garantire uguaglianza, tutela e dignità a tutte le famiglie, nessuna esclusa”.
Il ringraziamento della consigliera va anche a chi, in questi anni, non ha smesso di lottare per il riconoscimento dei diritti:
“Grazie all’Associazione Famiglie Arcobaleno, che ha portato avanti con tenacia questa battaglia. E grazie ai sindaci coraggiosi, in Veneto e in tutta Italia, che hanno continuato a riconoscere i figli di due mamme o due papà, sfidando silenzi e ostilità”.
Un pensiero speciale è rivolto al Sindaco di Padova, Sergio Giordani, e alla sua giunta:
“Sono fiera della mia città. Padova ha scelto di stare dalla parte giusta della storia, agendo fin da subito con coraggio, responsabilità e rispetto della Costituzione. Oggi è chiaro che quella scelta era giusta”.
Per Ostanel, la decisione della Consulta segna una svolta, ma non chiude il capitolo:
“Ora tocca al Parlamento: serve una legge nazionale che riconosca, una volta per tutte, i diritti di tutti i bambini, senza discriminazioni. Non possiamo più permetterci di restare fermi davanti a famiglie che chiedono solo di essere riconosciute per ciò che sono”.
Una richiesta chiara alla politica nazionale: mettere da parte gli scontri ideologici e legiferare per la giustizia, nel nome dell’infanzia e della dignità delle persone.
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