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Prevenzione sanitaria
26.05.2025 - 14:44
Locandina del convegno
In Italia sempre più persone usano la PrEP, una terapia preventiva che riduce il rischio di contrarre il virus Hiv. In un solo anno il numero degli utenti è cresciuto del 43%, passando da circa 11.000 nel 2023 a oltre 16.000 nel 2024. Ma questo aumento non è uniforme: mentre in regioni del Nord come Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia l’uso è aumentato anche oltre il 50%, al Sud, in regioni come Campania e Puglia, la diffusione è molto più lenta.
I dati sono stati presentati a Padova durante la conferenza Icar, un importante appuntamento per fare il punto sulla lotta contro l’Aids. Secondo gli esperti, uno dei problemi principali è che la PrEP si trova quasi solo negli ospedali, rendendo difficile l’accesso per chi vive lontano o ha meno risorse.
“Non dobbiamo dimenticare altri strumenti fondamentali per la prevenzione, come il preservativo – ricorda Saverio Parisi, uno degli organizzatori dell’evento –. È importante anche vaccinarsi contro il Papilloma Virus, soprattutto per chi ha l’Hiv, per prevenire altre malattie legate a questo virus”.
Un altro allarme riguarda le infezioni sessualmente trasmesse, che colpiscono circa una persona su quattro tra chi usa la PrEP. Inoltre, cresce in maniera allarmante il fenomeno del chemsex: il 22% degli intervistati nel 2025 riferisce di aver praticato sesso sotto effetto di sostanze psicoattive, rispetto al 14% dell’anno precedente. Le sostanze più comuni includono mephedrone, GHB/GBL e MDPV.
“Per arrivare a più persone – conclude Annamaria Cattelan, copresidente di Icar – dobbiamo portare la PrEP anche fuori dagli ospedali, magari in associazioni o centri specializzati. Serve anche più informazione su sessualità, uso di droghe e comportamenti a rischio”.
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