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Assegno di mantenimento per i figli: ora il datore di lavoro può trattenere lo stipendio in caso di mancato pagamento

La riforma Cartabia semplifica l’iter per garantire il sostegno economico ai figli dopo separazione o divorzio

Assegno di mantenimento per i figli: ora il datore di lavoro può trattenere lo stipendio in caso di mancato pagamento

Foto di repertorio

L’assegno di mantenimento per i figli rappresenta un contributo mensile obbligatorio che un genitore deve versare all’altro o direttamente al figlio in caso di separazione, divorzio o fine della convivenza. Questo obbligo riguarda sia i figli nati all’interno del matrimonio sia quelli nati fuori.

Con la recente riforma Cartabia, è stata introdotta una procedura più veloce per ottenere il pagamento: non è più necessario rivolgersi direttamente al giudice. Se il genitore obbligato non paga, riceve una diffida formale tramite PEC o raccomandata. Trascorsi 30 giorni senza adempimento, il coniuge può richiedere al datore di lavoro di trattenere la somma dovuta direttamente dallo stipendio.

Il datore di lavoro riceve una richiesta ufficiale, completa del provvedimento giudiziario e degli estremi bancari del beneficiario, e deve effettuare la trattenuta e il versamento. Qualora non adempia senza giustificato motivo, può essere considerato debitore ed esposto a procedure esecutive.

Gli importi variano in base al reddito e al numero di figli, solitamente oscillando tra 200 e 700 euro mensili per figlio. 

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