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Iras Rovigo
28.05.2025 - 10:15
Foto di repertorio
La preoccupazione cresce attorno al destino di 65 operatori sociosanitari dell’Iras, la casa di riposo rodigina commissariata dal 2016, dove oggi oltre un terzo del personale lavora con contratto a termine. La Cisl Fp lancia l’allarme e chiede un incontro urgente al sindaco Valeria Cittadin per affrontare una situazione che rischia di compromettere la qualità dei servizi e la continuità occupazionale.
I numeri parlano chiaro: su circa 180 lavoratori in servizio, più di 60 hanno un contratto in scadenza il prossimo 30 ottobre. Si tratta in gran parte di donne, impegnate ogni giorno nella cura degli anziani ospiti della struttura. “Sono lavoratrici che meritano certezze – afferma Franco Maisto, segretario Cisl Fp –. Dopo anni di stallo, commissariamenti e promesse mancate, serve una svolta concreta”.
La vicenda Iras è infatti oggetto di discussione da tempo in diversi contesti istituzionali, dalla Regione Veneto alla Prefettura, passando per l’Azienda Ulss 5 Polesana e lo stesso Comune. Ma, secondo il sindacato, nessuna di queste interlocuzioni ha prodotto risultati tangibili.
Il timore espresso dai sindacalisti riguarda anche la tenuta del servizio nei prossimi mesi. Alcuni degli operatori attualmente impiegati risultano idonei nelle graduatorie Ulss, e potrebbero lasciare l’Iras per posizioni più stabili.
Per questo, la Cisl chiede che il Comune assuma un ruolo di traino per rimettere attorno al tavolo tutti gli attori coinvolti.
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