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L'incontro nella sede veneziana

Speedline, a Santa Maria di Sala arriva il ministro Urso: "Presidio produttivo da tutelare"

Presenti i rappresentanti sindacali e la terna commissariale

Speedline, il ministro Urso in visita allo stabilimento: "Serve un nuovo acquirente, presidio industriale da salvaguardare"

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Un’azienda con oltre mezzo secolo di storia, simbolo della manufattura veneta e italiana, oggi si trova in un momento cruciale della sua esistenza. La Speedline di Santa Maria di Sala, produttrice storica di cerchi in lega per il settore automobilistico, vive una fase di profonda incertezza dopo essere entrata in amministrazione straordinaria. Tuttavia, la visita del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, avvenuta nelle scorse settimane, ha acceso una nuova speranza tra i circa 250 lavoratori ancora in organico.

L’incontro, svoltosi all’interno dello stabilimento veneziano, ha rappresentato un punto di snodo importante per il futuro del sito produttivo. Insieme al ministro erano presenti anche le rappresentanze sindacali di Fim Cisl Venezia e Fiom Cgil Venezia, nonché la terna commissariale nominata per gestire la fase straordinaria: Maurizio Castro, Alfonso Celotto e Giovanni Patti. Un confronto diretto, dal quale è emersa con forza la volontà istituzionale di salvaguardare un pezzo importante del tessuto industriale del Nordest.

Il nodo principale rimane la ricerca urgente di un nuovo acquirente. Un investitore capace non solo di rilevare Speedline, ma anche di garantirne il rilancio industriale e la continuità occupazionale. Il ministro Urso ha rimarcato il pieno impegno del governo per tutelare lo stabilimento, definendolo un patrimonio industriale da preservare e rilanciare. “La vicenda Speedline – ha affermato – deve essere un monito contro la speculazione internazionale e il depotenziamento delle eccellenze italiane”.

Parole pesanti che puntano direttamente al comportamento della Ronal, multinazionale svizzera ed ex proprietaria dell’azienda, accusata di aver abbandonato la fabbrica con scelte giudicate irresponsabili. Una vicenda che si inserisce nel più ampio dibattito sul futuro del manifatturiero italiano, spesso minacciato da logiche finanziarie distanti dalla realtà locale.
La Speedline, fondata negli anni Sessanta, ha rappresentato per decenni un'eccellenza del comparto automotive, fornendo cerchi in lega a grandi marchi automobilistici internazionali. La sua crisi, culminata con l’ingresso nella procedura di amministrazione straordinaria, è arrivata dopo anni di incertezza e difficoltà legate anche alle trasformazioni del settore, in particolare alla transizione verso l’elettrico.

Il prossimo appuntamento chiave è fissato per il 25 giugno, quando il Tribunale di Venezia terrà una nuova udienza sulla situazione della società. Il Ministero ha già manifestato la propria disponibilità a riconvocare il tavolo istituzionale subito dopo, segno di un’attenzione che, almeno per ora, sembra concreta.
All’incontro ha partecipato anche il senatore veneto di Fratelli d’Italia, Raffaele Speranzon, che ha ribadito pubblicamente il sostegno delle istituzioni: “È stato un piacere accompagnare il Ministro Urso in questa visita. Speedline è un sito strategico per l’economia locale. La nostra priorità è garantire un futuro ai lavoratori e rilanciare l’azienda”.

Riccardo Musacco

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