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Allarme amianto
29.05.2025 - 11:15
Dopo mesi di allarmi e segnalazioni, sono finalmente partiti i lavori di bonifica e messa in sicurezza delle coperture in amianto all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di via Chiarugi. L’area, una distesa di oltre 220mila metri quadrati a metà strada tra Granzette e il quartiere San Pio X, è sotto l’occhio vigile dei mezzi dell’Ulss 5 Polesana, proprietaria del sito.
Il problema principale è legato alle vecchie coperture in fibrocemento contenente amianto, gravemente danneggiate durante la tromba d’aria del 25 giugno 2024. Il maltempo aveva sollevato e spezzato alcune delle lastre, rendendo instabile l’intera struttura e creando una situazione di potenziale pericolo sanitario per i residenti e chiunque si avvicinasse all’area.
La pericolosità dell’amianto non è notizia nuova: si tratta di un materiale fibroso che, se deteriorato, può rilasciare particelle sottilissime in grado di penetrare nei polmoni e provocare gravi patologie, tra cui mesotelioma e asbestosi. Classificato come cancerogeno certo, l’amianto è stato al centro di numerose battaglie sanitarie negli ultimi decenni.
Non sorprende, quindi, che il capogruppo del Forum dei cittadini, Matteo Masin, avesse già segnalato pubblicamente la questione a luglio dello scorso anno, con un’interrogazione rivolta al sindaco Valeria Cittadin. Masin denunciava la pericolosità delle strutture fatiscenti e il mancato intervento tempestivo da parte degli enti competenti, citando un documento ufficiale dell’Ulss che parlava apertamente di “tetti pericolanti” e “formale divieto di accesso all’area”.
Dopo mesi di attesa e numerose pressioni politiche e civiche, qualcosa si è mosso. In questi giorni mezzi e operatori specializzati sono al lavoro per mettere in sicurezza le coperture compromesse. Gli interventi, resi urgenti dai rischi per la salute pubblica, riguardano la rimozione o la sigillatura dei materiali contenenti amianto, con modalità che rispettano i rigidi protocolli di bonifica previsti dalla normativa nazionale.
L’Ulss 5 ha confermato che l’area resta interdetta al pubblico e che l’obiettivo è ridurre al minimo ogni esposizione accidentale. “La tutela della salute collettiva è prioritaria – fanno sapere – e questi interventi mirano proprio a mettere in sicurezza un sito che da troppo tempo versa in condizioni critiche”.
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