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Un viaggio in Piaggio
30.05.2025 - 10:40
Foto di repertorio
Un viaggio fuori dal tempo, su un mezzo d’altri tempi: Cristian Gamberoni, 53 anni, responsabile di produzione in un’azienda del settore moda, ha percorso più di 1.500 chilometri a bordo di un motorino Piaggio “Sì” del 1994, per raggiungere la figlia in Inghilterra e dimostrarle che sì, anche le sfide più folli si possono vincere.
L’avventura ha preso forma a dicembre, durante una visita alla figlia, studentessa del quarto anno del liceo linguistico ad Aldershot, nei pressi di Londra. In quell’occasione, aveva accennato all’idea di tornare a trovarla… in motorino. La ragazza, divertita, gli aveva risposto che non ce l’avrebbe mai fatta. Quella battuta, apparentemente innocua, è bastata a spingerlo ad accettare la sfida.
Davanti al suo vecchio «Sì», già utilizzato per brevi viaggi, Gamberoni ha cominciato a pianificare. Quando ne ha parlato al suo meccanico di fiducia, questi si era mostrato perplesso, domandandogli con un misto di stupore e preoccupazione se davvero intendesse affrontare il tragitto su quel mezzo. Dopo un check-up completo, il 24 aprile è partito dalla sua casa a Bure, frazione di San Pietro in Cariano, con l’obiettivo di arrivare a Londra entro una settimana.
Gamberoni ha raccontato di aver percorso circa 300 chilometri al giorno, tranne il giorno dell’arrivo, in cui ne ha fatti 450. A suo dire, si aspettava un viaggio più impegnativo, anche se non sono mancati gli imprevisti: in Francia, a Reims, ha dovuto fermarsi per due giorni in attesa di un ricambio meccanico spedito dall’Italia, introvabile in loco. Una volta riparato il guasto, ha attraversato la Manica ed è arrivato a destinazione il 1° maggio.
L’arrivo ad Aldershot, ha riferito, è stato carico di emozione. Ha spiegato che per lui raggiungere la figlia in quel modo, fedele a una promessa fatta quasi per gioco, è stato impagabile. La ragazza, stupita e orgogliosa, lo ha accolto con gioia.
È rimasto in Inghilterra solo pochi giorni, dovendo rientrare al lavoro il 5 maggio. Ha quindi lasciato il motorino in Belgio, presso amici, ed è tornato in Italia in aereo. Nessuno sponsor, nessun riflettore: per lui, non si è trattato di un’impresa eroica, ma di una sfida personale, affrontata con spirito pratico. Ha spiegato, non senza ironia, di aver fatto fronte al freddo come gli insegnava il nonno Guido: indossando sotto i vestiti pagine di giornale, usate come isolante.
Non è la prima volta che si cimenta in simili avventure: negli anni passati ha raggiunto piazza San Pietro a Roma con un altro ciclomotore Piaggio, un “Ciao”, e ha partecipato con i fratelli a un viaggio in Austria per la Knödelfest, la tradizionale festa del canederlo.
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