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Sanità e innovazione
30.05.2025 - 14:40
Foto del convegno
“Il mutualismo non è un’opzione, ma una necessità per ripensare il nostro sistema di welfare”. È il messaggio lanciato questa mattina dall’assessore regionale alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, intervenuta al convegno “Mutualismo e welfare: nuovi orizzonti per la cura”, organizzato da Cooperazione Salute.
Durante l’incontro, tenutosi a Venezia, si è discusso delle sfide che la sanità e il sociale devono affrontare in un’Italia che invecchia rapidamente: già oggi un cittadino su quattro ha più di 65 anni, e nel 2050 il rapporto sarà di uno a tre. Una popolazione anziana sempre più numerosa, con oltre 4 milioni di persone non autosufficienti, a fronte di appena 300mila posti disponibili nelle RSA.
L’assessore Lanzarin ha sottolineato l’urgenza di “superare modelli frammentati e tecnicistici”, puntando su reti integrate di servizi sociosanitari, prevenzione, stili di vita sani e una maggiore inclusione del terzo settore. “Oggi – ha dichiarato – la demografia, l’invecchiamento e la scarsità di risorse rendono fondamentale una programmazione che veda la previdenza complementare e l’integrazione dei sistemi sanitari al centro delle politiche pubbliche”.
Nel suo intervento, l’assessore ha criticato la parzialità della Legge 33/2023 sulla non autosufficienza, che “non ha riconosciuto il ruolo strategico delle RSA”, e ha evidenziato i limiti degli investimenti del PNRR, focalizzati soprattutto sulla domiciliarità. “Mantenere l’anziano a casa è importante – ha spiegato – ma non basta. Serve un sistema capace di ricomporre i set assistenziali in base ai reali bisogni della persona, della sua famiglia e del territorio”.
La Regione Veneto, in questo senso, sta investendo sulla prevenzione e sull’invecchiamento attivo, con uno sguardo particolare alla formazione del capitale umano e all’integrazione tra servizi sociali e sanitari, grazie anche alla legge regionale sugli Ambiti Territoriali Sociali (ATS).
“La priorità – ha concluso Lanzarin – è costruire un sistema sostenibile, che metta la persona al centro e coinvolga tutti gli attori. Solo così potremo rispondere davvero alle esigenze delle nostre comunità”.
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