Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Arti performative

Willem Dafoe porta il corpo in scena alla Biennale di Teatro

Alla guida della Biennale Teatro 2025, l’attore hollywoodiano torna alle origini per celebrare il corpo come poesia e omaggiare l’avanguardia degli anni ’70

Willem Dafoe, direttore artistico della 53esima edizione del Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia

Willem Dafoe, direttore artistico della 53esima edizione del Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia

Da Hollywood al palcoscenico della Biennale: Willem Dafoe, celebre per i suoi ruoli in oltre 150 film, firma un nuovo capitolo della sua carriera artistica tornando là dove tutto è cominciato, il teatro. Dal 31 maggio al 15 giugno, l’attore statunitense è il direttore artistico della 53esima edizione del Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia. Un incarico che accoglie con entusiasmo e consapevolezza: “Il mio lavoro è saltare nel vuoto – ha dichiarato al New York Times – e questo mi fa sentire vivo”.

Nonostante la fama mondiale ottenuta sul grande schermo, Dafoe non ha mai dimenticato le sue radici: negli anni ’80 fu tra i fondatori del Wooster Group, iconica compagnia di teatro sperimentale newyorkese. È proprio a quell’eredità artistica che l’attore guarda per curare una Biennale che vuole essere, nelle sue parole, “un gesto condiviso tra chi sale sul palco e chi lo osserva in silenzio”.

Il tema scelto per l’edizione 2025 è “Theater Is Body. Body Is Poetry”, un invito a riflettere sull’importanza del corpo come veicolo espressivo. “Il teatro non è solo immagine – spiega Dafoe – ma carne viva, ascolto, presenza. Oggi più che mai, in un mondo assuefatto dagli schermi, il palcoscenico può diventare uno spazio di relazione autentica”.

Tra gli omaggi più sentiti di questa edizione, quello a Elizabeth LeCompte, regista e storica direttrice del Wooster Group, nonché ex compagna dell’attore, che riceverà il Leone d’Oro alla carriera. E poi l’Odin Teatret e Thomas Richards, testimoni di quell’ondata creativa che nel 1975 contribuì a rinnovare profondamente la Biennale Teatro.

Dafoe stesso tornerà a calcare la scena con “No Title”, un esperimento performativo ispirato al drammaturgo Richard Foreman, recentemente scomparso. Lo spettacolo, basato su una lettura estemporanea di frasi estratte da un mazzo di carte, è un tributo personale e visionario a un maestro del teatro concettuale.

Interrogato sul suo nuovo ruolo, l’attore ammette l’inesperienza, ma anche la determinazione: “Ci sono molte decisioni da prendere – racconta – e questo mi tiene sulle spine. Ma è proprio questo che rende l’esperienza così eccitante”.

Nonostante le polemiche che recentemente hanno attraversato il mondo culturale italiano, Dafoe si dice fiducioso: “Sento il sostegno delle istituzioni e nessuna interferenza. C’è voglia di aprirsi e innovare”.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione